Immigrati, quasi 900 mila “schiavi” in UE


Redattore Sociale


Convegno della Cisl a Roma. Secondo i dati dell’Ilo, commentati dal segretario Liliana Ocmin, sono 880 mila le persone ridotte in schiavitù, un terzo delle quali destinate alla prostituzione e quasi 700 mila vittime di sfruttamento per lavoro.


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“Oggi, nell’era della globalizzazione, dobbiamo affrontare il fenomeno dell’immigrazione con concretezza e coraggio, favorendo una sana e positiva integrazione tra chi arriva e chi accoglie, diversamente, finiremmo con il diffondere il rifiuto, la discriminazione, i traffici ed i trafficanti dello sfruttamento”. Lo dice il Segretario confederale della Cisl, Liliana Ocmin nel corso del Convegno: “Le sfide dell’Immigrazione: solidarieta’, lavoro e integrazione”, organizzato a Roma da Cisl, Fai Cisl, Filca Cisl ed Anolf, in occasione della Giornata internazionale del Migrante.

“Secondo l’Ilo- continua Ocmin- solo in Europa, 880 mila persone sono ridotte in schiavitu’, un terzo delle quali destinate alla prostituzione e quasi 700 mila vittime di sfruttamento per lavoro. Un business che frutta oltre 35 miliardi annui e che ‘imprigiona’ 21 milioni di persone, alimentando l’illegalita’, la tratta, il dumping contrattuale e la concorrenza sleale. Ma c’e’ di piu’. In un rapporto del Ministero del Lavoro si legge come, nel 2013, delle 101.912 aziende controllate dagli ispettori del lavoro, in 56.003 imprese (56%) si siano riscontrate delle irregolarita’ che vanno dal lavoro nero alla mancata osservanza della tutela del lavoro minorile, dallo sfruttamento di lavoratori non comunitari irregolari all’elusione contributiva e delle norme della salute e sicurezza. Le ispezioni hanno consentito poi di verificare 202.379 posizioni lavorative, individuando 91.109 lavoratori/trici irregolari, di cui 32.548 totalmente in nero, pari al 36% del totale. In 439 casi, la violazione della legge ha assunto carattere penale poiche’ si sono verificati casi di sfruttamento del lavoro minorile: ben 816 sono gli immigrati irregolari, risultanti dal controllo. Il lavoro irregolare e’ preponderante in agricoltura (58%) e nell’edilizia (43%). Questi dati allarmanti ci devono spingere subito ad agire, potenziando, da una parte, il raggio di applicazione delle norme valide a contrastare lo sfruttamento lavorativo e la tratta, dall’ altra, incrementando l’ azione sindacale sul territorio.

“Infatti, come Cisl, siamo convinti che solo se istituzioni, politica, parti sociali, associazioni benefiche, agiranno insieme, ciascuno assumendosi le proprie responsabilita’- conclude Ocmin- salvaguarderemo gli interessi delle imprese sane, dei territori, dei lavoratori e delle lavoratrici, tutelando la dignita’ ed il rispetto della persona”.

Fonte: www.redattoresociale.it
17 Dicembre 2013

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