Immigrati criminali? Quasi come gli italiani


Redattore Sociale


Presentata l’indagine di Redattore Sociale e Caritas Migrantes. Il “tasso di criminalità” dei regolari in Italia leggermente più alto di quello degli italiani (tra l’1,23% e l’1,40%, contro lo 0,75%) e addirittura inferiore tra le persone oltre i 40 anni.


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Immigrati criminali? Quasi come gli italiani

ROMA – Il “tasso di criminalità” degli immigrati regolari in Italia è leggermente più alto di quello degli italiani (tra l’1,23% e l’1,40%, contro lo 0,75%) ma, se si tiene conto della differenza di età, risulta uguale a quello degli italiani e addirittura inferiore tra le persone oltre i 40 anni. E’ questo uno degli elementi di analisi più significativi della ricerca “La criminalità degli immigrati: dati, interpretazioni e pregiudizi”, promossa dall’Agenzia Redattore Sociale e realizzata dall’équipe del Dossier statistico immigrazione Caritas/Migrantes, presentata oggi a Roma presso la Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi). Una ricerca che “rema contro corrente”, voluta per affrontare “con maggiore serenità” un fenomeno che appare invece come  un’emergenza crescente ai cittadini italiani.

L’indagine, spiegano gli stessi osservatori, “ridimensiona in modo netto la portata di alcuni studi e di numerose affermazioni che in questi anni hanno contribuito ad alimentare l’allarme per ‘l’emergenza criminalità degli stranieri’”. Non esiste infatti alcuna corrispondenza tra l’aumento degli immigrati regolari e l’aumento dei reati in Italia: tra il 2001 e il 2005 – ultimo anno in cui sono disponibili le statistiche giudiziarie dell’Istat, per gli anni successivi esistono solo gli aggiornamenti del ministero dell’Interno sul numero totale -, le denunce nei loro confronti sono aumentate quasi del 46%, mentre gli stranieri sono cresciuti di più del 100%.

Le denunce. Nel 2001 quelle contro autori noti (circa un quinto sul totale) erano complessivamente 513.112, (il 17,4% riguardavano immigrati) e sono diventate 550.590 nel 2005 (23,8% relative a immigrati); 423.722 quelle a carico di italiani nel 2001, un dato sostanzialmente stabile nel 2005 (420.130) come stabile è rimasta la situazione demografica. Le denunce riguardanti gli stranieri sono invece aumentate del 45,9%, a fronte di un aumento del 100% della popolazione regolarmente residente (da 1.334.889 a 2.670.514 persone). Si riferiscono, inoltre, anche agli stranieri presenti regolarmente e non ancora registrati in anagrafe (diverse centinaia di migliaia) e a quelli presenti in maniera irregolare (si stima circa 1 milione di persone): “Ciò consente di affermare – spiegano gli osservatori – che non sussiste un collegamento diretto e automatico tra aumento della popolazione e aumento della criminalità”.

In Emilia-Romagna e Umbria le denunce raddoppiano. Nei 5 anni presi a riferimento le denunce aumentano oltre la media in Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Trentino Alto Adige (relativamente alla provincia autonoma di Trento), Friuli Venezia Giulia, Marche e Abruzzo; in Emilia-Romagna e Umbria raddoppiano. La regione più virtuosa è il Molise, dove la crescita è di appena il 5,7%.

Le denunce penali diminuiscono. L’incidenza degli stranieri sulle denunce penali nel 2005 mostra valori a decrescere: più alti nel Nord Est (36,8%), un po’ di meno nel Nord Ovest (31,8%) e nel Centro (31,2%), e notevolmente più contenuti nel Sud (10,0%) e nelle Isole (8,3%). A livello regionale l’incidenza più elevata si registra nel Veneto (38%) e nell’Emilia-Romagna (37%).

I reati. La maggior parte delle denunce riguardanti gli stranieri rientrano dei cosiddetti soft crimes, reati comuni o della microcriminalità, in cui è il singolo immigrato a essere coinvolto, comunque “preoccupanti e non sottovalutabili”. Spaccio di droga, prostituzione, strozzinaggio, atti molesti, furti, scippi, aggressioni, ma non mancano reati più gravi quali lesioni volontarie, violenze carnali ed omicidi, che sono il frutto di azioni impulsive nel contesto di rapporti sociali difficili. Resta molto bassa l’incidenza degli stranieri sul totale delle denunce per alcuni tipi di reati come rapine in banca (3%) o negli uffici postali (6%), evasione fiscale e contributiva (5,8%), omissione dei contributi previdenziali (8,0%), associazione per delinquere (10,6%).

Le donne.  Pur rappresentando la metà della popolazione immigrata, le donne sono implicate solo in un caso ogni sette (incidenza del 13,4%, più bassa rispetto al 15,2% delle donne italiane). Il loro coinvolgimento è più elevato nei furti (18,9%), nelle ingiurie/diffamazioni (29,4%), nell’istigazione favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione (32,6%) e negli spettacoli osceni (60,0%).

Immigrati vittime di immigrati. L’incidenza è molto alta: in particolare, per i reati violenti oscilla a seconda delle fattispecie tra un quarto e un sesto del totale.

Fonte:redattoresociale.it
5 Ottobre 2009

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