Il respingimento indiscriminato non può essere adottato come misura per contrastare l’immigrazione irregolare via mare
UNHCR
Pubblichiamo la nota alla stampa dell’UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) sui respingimenti.
ROMA, 21 aprile 2010 – Il Rappresentante per il sud Europa dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), Laurens Jolles, esprime apprezzamento e stima per l’operato del Pontificio Consiglio Pastorale per i Migranti e gli Itineranti e per l’impegno anche personale del suo Segretario Monsignor Agostino Marchetto che da anni si spende per la tutela dei diritti dei rifugiati.
Stupisce che alcuni esponenti di governo abbiano recentemente negato che l’Italia, in collaborazione con le autorità libiche, ha effettuato, nella seconda parte del 2009, il respingimento di circa un migliaio di migranti e rifugiati nel Canale di Sicilia. Preoccupa l’affermazione secondo la quale nessuno tra i migranti respinti in Libia abbia avuto l’intenzione di fare una domanda d’asilo e che, quando ciò è accaduto, la domanda è stata esaminata dalle autorità italiane.
In base alle testimonianze raccolte dall’Unhcr in Libia risulta invece che a bordo delle imbarcazioni italiane non é stata fatta alcuna identificazione, né é stata data una reale possibilità a chi esplicitamente ne ha fatto richiesta, di avanzare una domanda d’asilo.
Inoltre è stato anche accertato che tra le persone respinte, molte rovenivano da paesi come la Somalia e l’Eritrea dove tuttora persistono condizioni di insicurezza e violazione dei diritti umani.
Il respingimento indiscriminato non può essere adottato come misura per contrastare l’immigrazione irregolare via mare. Al contrario, tale pratica va a minare la fruibilità del diritto di asilo in Italia come si evince dal drastico calo delle domade d’asilo pervenute nel 2009 (circa 17mila, a fronte delle oltre 31mila nel 2008).
Riguardo al numero dei rifugiati in Italia si stima che ve ne siano meno di 50mila, mentre in altri paesi dell'Unione Europea si passa dai 600mila della Germania ai 300mila del Regno Unito.
Fonte: UNHCR
21 aprile 2010