Il futuro di Gandhi
La redazione
A sessant’anni dalla scomparsa (30 gennaio 1948), il Centro per la Pace del Comune di Bolzano apre una riflessione interculturale sul tema della nonviolenza con alcuni relatori di primo piano del panorama italiano.
Sono passati sessant'anni dalla morte del profeta della nonviolenza. Poche ore prima di venire colpito da una pallottola Gandhi disse: "Se anche ora venissi colpito da una pallottola e nel morire pronunciassi solamente il nome di Dio allora significa che la mia pretesa è stata raggiunta".
La pretesa di Gandhi era quella di rendere l'umanità nonviolenta, ossia capace di risolvere le controversie non attraverso l'uso della forza ma attraverso la forza insopprimibile della ragione e del buon senso.
Ora, dopo sessant'anni ci accorgiamo che Gandhi è stato un uomo del futuro. La sua azione si spalanca nel futuro. Ecco perchè abbiamo scelto di dare come titolo all'incontro "Il futuro di Gandhi", perchè sempre più la sua azione, la sua forza della verità (satyagraha) diventerà il principio della saggezza politica dell'avvenire.
Intervengono:
Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Pax Christi
Enrico Peyretti, nonviolento autore di libri sulla pace e disarmo
Geshe Gedun Tharchin, monaco lama tibetano in esilio
Prakash Ramachandran, bramino hindu
Per informazioni: www.comune.bolzano.it
centropace@comune.bolzano.it