Il difficile cammino verso l’Italia


Piero Innocenti - liberainformazione.org


22.826 richiedenti asilo al 1 giugno. Considerazioni a partire dagli obblighi, morali e normativi, di dare protezione e libertà a quanti fuggono da violenze, persecuzioni e torture.


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Ventiseimilacentocinquantanove il totale dei richiedenti asilo (“asilanti” è la brutta espressione usata in ambienti ministeriali) in Italia, alla fine del 2012. Ventiduemilaottocentoventisei quelli rilevati al primo giugno del 2013. Sono i numeri estrapolati dal centro nazionale dati interforze e sui quali si possono fare alcune considerazioni partendo dagli obblighi, morali e normativi, di dare protezione e libertà a quanti giungono nel nostro paese fuggendo da violenze, persecuzioni e torture. Lo ricordava, un paio di giorni fa, Cecilia Malmstron, Commissaria per gli Affari Interni dell’UE (cfr. La Repubblica del 20 giugno u.s.), che, dopo aver citato, con evidente soddisfazione, il recente quadro normativo europeo per una disciplina uniforme da riservare ai richiedenti asilo, sottolineava “..l’obbligo di trattare ogni persona in modo umano e di offrirle –se si ritiene che abbia diritto alla protezione –la prospettiva di una vita dignitosa e la possibilità di apportare un contributo alla nostra società, qui in Europa”. Scrivevo queste note mentre mi rimbalzavano nella testa gli scandalosi insulti, ormai quotidiani, di molti razzisti italiani e stranieri contro i migranti, gli ultimi esternati su facebook (“..extracomunitari ladri, stronzi dovete morire subito..”) da una signora membro della segreteria provinciale del Partito Democratico di Prato, indignata per il tentativo di furto in casa subito dalla sorella e rapidamente attribuito ad un marocchino perché “era agile come un gatto” (sic!). Forse era soltanto un passeggero momento di rabbia che passerà! Proseguono, intanto, gli sbarchi sulle coste italiane, oltre 7mila migranti, al 20 giugno, di cui poco più di 1500 considerati “clandestini” (altra parola che dovrebbe essere bandita nel linguaggio, dagli atti ufficiali e dai media), i rimanenti riportati come “profughi” ( per i quali i posti nei vari centri di accoglienza sono fortemente insufficienti).

Va ricordato, per avere la reale dimensione del fenomeno, che nel 2011, il numero totale dei richiedenti asilo nell’UE aveva registrato un incremento di circa il 17% rispetto al 2010, con il totale di poco più di 302mila stranieri che provenivano, prevalentemente, da Afghanistan, Federazione Russa, Pakistan, Iraq e Serbia. Di questi avevano ottenuto la “protezione” in prima istanza quasi 60mila persone (in prevalenza rifugiati, beneficiari di protezione sussidiaria o per motivi umanitari). L’Italia, negli ultimi due anni, ha registrato un significativo aumento di richiedenti la protezione internazionale e ciò, almeno in buona parte, è attribuibile alla fine di quel vergognoso e illegittimo sistema (bocciato, due anni dopo, dalla Corte di Giustizia europea) dei respingimenti in mare adottato, nell’estate del 2009, dal ministro dell’interno del tempo, il leghista Roberto Maroni e fatto attuare dalle forze di sicurezza sotto il coordinamento tecnico delle strutture centrali del Dipartimento della Pubblica Sicurezza. Non sapremo mai quanta gente che aveva diritto all’asilo è stata restituita ai libici e quale sia stata la loro sorte.

La migrazione irregolare, checché se ne dica, rimane una componente fondamentale dell’immigrazione sia nel nostro paese che nell’UE. Data la natura del fenomeno è difficile fare stime attendibili su quanti stranieri si trovino in posizione irregolare nell’UE e in Italia. Con riferimento ai dati sui respingimenti alle frontiere, sui rimpatri, sulle persone fermate e trovate irregolari, si può parlare – con molta approssimazione – di una cifra che oscilla tra i due e i quattro milioni in ambito europeo, di cui due- trecentomila unità nel nostro paese. L’Europa non è più una “fortezza” e credo che si impegnerà in modo sempre più positivo per una politica che garantisca un rifugio sicuro a quelli che hanno bisogno di protezione.

Fonte: www.liberainformazione.org
25 aprile 2013

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