Il 2008 sarà l’anno dei diritti umani. Dove sarà l’Italia il 10 dicembre?
Flavio Lotti
In tutto il mondo il 10 dicembre sarà inaugurato l’Anno dei diritti umani, promosso dall’Onu in occasione del 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Flavio Lotti: "Il governo italiano avrebbe dovuto mostrare al mondo un comportamento esemplare".
Mancano solo tre settimane al 10 dicembre e l’Italia rischia ancora una volta di mancare l’appuntamento. Quel giorno, in tutto il mondo, sarà inaugurato l’Anno dei diritti umani promosso dall’Onu in occasione del 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. In tutto il mondo, appunto, tranne che in Italia. La discussione sulla legge che avrebbe dovuto mettere il nostro paese al passo con la comunità internazionale è in grave ritardo e in pochi sembrano preoccuparsene. Chi se ne frega se il nostro paese è entrato a far parte del Consiglio di Sicurezza e del Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu assumendosi nuove grandi responsabilità internazionali? Dall’alto dei vertici della massima organizzazione mondiale democratica il governo italiano avrebbe dovuto mostrare al mondo un comportamento esemplare, da primo della classe. E invece… siamo alle solite.
L’occasione era delle più ghiotte e delle più facili. La celebrazione del 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, evento fondamentale nella storia della comunità internazionale, consente di stimolare una riflessione approfondita sullo stato attuale della promozione e della protezione dei diritti umani nel mondo, di favorire ulteriori progressi nel riconoscimento e nella tutela di questi diritti e d’intensificare l'informazione e l'educazione in questo campo. L’Italia, membro del Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu, predispone un ampio piano d’azione informativo ed educativo teso a rafforzare ed estendere l’impegno del nostro paese in difesa dei diritti umani. Ci si sarebbe aspettata un’iniziativa governativa di alto profilo e rilievo istituzionale. E invece… nulla.
L’unica iniziativa che riflette questa opportunità è stata sino ad oggi quella della Tavola della pace, del Coordinamento nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, del Centro Diritti Umani dell’Università di Padova e dell’associazione “Articolo 21” che ad aprile elaborano una proposta di Legge successivamente depositata il 3 maggio alla Camera dei Deputati dall’On. Giuseppe Giulietti e al Senato dalla Senatrice Silvana Amati. Dal giorno della sua presentazione, la proposta di Legge raccoglierà il sostegno di oltre centocinquanta deputati e senatori di quasi tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione. Un vasto consenso che consente di sperare in un’approvazione rapida entro il 7 di ottobre, come richiesto dal comitato promotore della Marcia per la pace Perugia-Assisi dedicata alla promozione di “tutti i diritti umani per tutti. E invece… il disegno di legge inizia la sua Via Crucis.
In Commissione Esteri, il Ministero degli Affari Esteri chiede e ottiene delle modifiche politicamente rilevanti. Poi, passata indenne nella Commissione Affari Costituzionali, la legge arriva alla Commissione Bilancio dove lo stesso Ministero degli Affari Esteri prima nega la copertura finanziaria e poi, a fronte delle nostre proteste, la concede dimezzando il finanziamento richiesto. Il resto deve ancora venire: il ritorno alla Commissione Esteri e il voto che ci auguriamo possa licenziare definitivamente il provvedimento senza passare per l’aula. Poi sarà la volta del Senato.
Intanto il tempo passa e il 10 dicembre si avvicina senza che l’Italia muova un dito. C’è da chiedersi il perché di tante resistenze da parte del Ministero degli Esteri. La legge prevede lo stanziamento di due milioni di euro (oggi miseramente ridotti ad uno) per promuovere, tra il 10 dicembre 2007 e il 10 dicembre 2008, una straordinaria azione educativa e formativa per la pace e i diritti umani che rafforzi il protagonismo della scuola, delle Università, delle organizzazioni della società civile, degli Enti Locali, dei sindacati, dei mezzi d’informazione e comunicazione a cominciare dal servizio pubblico radiotelevisivo. Un modo concreto per rispondere a quel crollo di valori che tanto male sta facendo alla convivenza nel nostro paese. Coi tempi che corrono non c’è da perdere una sola occasione. E invece… Per fortuna che, in attesa del Governo e del Parlamento, oltre duecentomila persone hanno marciato da Perugia ad Assisi per mettere i diritti umani al centro della politica e moltissime organizzazioni, scuole ed Enti Locali si sono messi al lavoro coniugando educazione e politica. La crisi politica e sociale del nostro paese è profonda ma alcuni stanno già costruendo un’Italia migliore. Vale la pena d’insistere. Il seguito su www.perlapace.it
Flavio Lotti
Coordinatore della Tavola della pace
Perugia, 19 novembre 2007
Fonte: http://www.larinascita.org