Il 19 marzo a Potenza la XVI giornata in ricordo delle vittime delle mafie
Gaetano Liardo
Don Ciotti: «Abbiamo la responsabilità della memoria». Don Cozzi: «Lucania è terra di luce»
Trecento pullman, un treno speciale, 500 familiari di vittime di mafia, delegazioni da tutta Europa. Solo una parte dei numeri messi in campo da Libera per la XVI Giornata in ricordo delle vittime delle mafie. Quest'anno a Potenza: «Una terra generosa ma anche amara», commenta don Luigi Ciotti. «Andiamo in Lucania che è terra di Luce – continua il presidente di Libera nel corso delle conferenza stampa di presentazione – luce per la ricerca della verità». Sono più di 900 le vittime innocenti della violenza mafiosa e: «Il 70% dei familiari di queste vittime – sottolinea don Ciotti – chiede ancora verità». Morti spesso dimenticate, omicidi senza colpevoli condannati, familiari che lottano per ottenere verità e giustizia. L'impegno di Libera, di Avviso Pubblico, e della rete di associazioni che animano la resistenza antimafia, è quello di mantenere viva la memoria delle vittime di questa guerra non dichiarata.
«Il miglior modo di fare memoria è l'impegno – dichiara don Ciotti – un impegno che dura 365 giorni all'anno». «E' la società del Noi il primo anticorpo contro le mafie». Potenza il 19 marzo sarà, simbolicamente, la capitale italiana dell'antimafia. Il 21 marzo, primo giorno di primavera è la data che Libera cerca di far diventare Giornata nazionale. Quest'anno in più di 150 piazze italiane sarà letta la lista delle 900 e oltre vittime delle mafie. «Il 19 marzo è una giornata non solo celebrativa – sottolinea Nino Jannazzo, sindaco di Corleone e vice presidente di Avviso Pubblico – è l'assunzione di nuove responsabilità. Quei nomi che saranno letti – aggiunge – devono continuare a riecheggiare nelle nostre menti».
«Siamo in tanti, purtroppo ogni anno sempre di più» – commenta Salvatore Vecchio, figlio di Francesco, imprenditore ucciso a Catania. «Siamo un gruppo accomunato da una marchio di dolore. Quando i nostri cari sono stati uccisi – aggiunge Vecchio – si sono portati via anche i nostri sogni e le nostre prospettive. Ti ritrovi solo con ciò che è rimasto di te». L'impegno nel mantenere viva la memoria dei propri cari uccisi, tuttavia, ha spinto molti familiari a collaborare con Libera.
Perchè quest'anno la scelta è caduta su Potenza? A spiegarlo è don Marcello Cozzi, coordinatore di Libera nella regione: «C'è una Basilicata che vuole incarnare il significato di “Terra di Luce”». Tuttavia, continua don Cozzi: «C'è anche una Basilicata che non vuole nascondere le proprie zone d'ombra». «Dalla metà degli anni '70 alla metà degli anni '90 – sottolinea Cozzi – in Basilicata hanno imperversato 20 gruppi di criminalità organizzata». Di questi solo sei o sette gruppi possono essere considerati di criminalità “semplice”, gli altri, invece, hanno stretto alleanze con le mafie più importanti del nostro Paese. «Nel 1994 – aggiunge don Marcello Cozzi – hanno dato vita ai Basilischi, organizzazione sancita da una sentenza del Tribunale di Potenza del 2007». Una regione diversa da quella che solitamente si crede. Non un'isola felice, ma una terra aggredita dalla mafie. Quella di Potenza, quindi, è una scelta di impegno. Il ricordo di quanti sono stati uccisi dal crimine organizzato in una realtà dove i boss prosperano e fanno affari.
Memoria e impegno per aiutare la Basilicata a liberarsi dal cancro della malavita organizzata.
Fonte: www.liberainformazione.org
8 marzo 2011