I Tg “fanno fuori” 19 miliardi di fatturato delle ecomafie: non c’è posto in scaletta
Osservatorio Tg
Il commento di oggi è affidato a Enrico Fontana, Responsabile Ambiente e Legalità di Legambiente. L’analisi è di Alberto Baldazzi.
I TG di martedì 7 giugno – A proposito della decisione della Consulta che ha confermato il via libera al referendum sul nucleare –riportata da tutti i Tg – quello di Mentana ci è apparso particolarmente “sciolto”, dato che si è fatto la stessa domanda che circola oramai dappertutto: “come mai il Governo non ci prende mai quando vara leggi di dubbia costituzionalità e provvedimenti stiracchiati che non sopravvivono al vaglio di un bravo laureando in legge?” E’ successo lo stesso con il ricorso presentato alla Consulta contro lo svolgimento del referendum sull’atomo , che la Corte Costituzionale ha rigettato “all’unanimità”; come dire: non poteva esserci partita dal punto di vista giuridico. Dunque, ancora 3 giorni di campagna per il voto sui 4 quesiti, che i Tg in molti casi sembrano illustrare controvoglia.
Il menù di serata presenta su tutte le testate il calcio scommesse e quasi su tutte il batterio killer, mentre “sfugge” del tutto la presentazione del Rapporto di Legambiente Ecomafia 2011 che fornisce cifre lancinanti sul circuito criminale dei rifiuti e su quello del cemento. Un dossier pieno di dati che oramai, da anni, vengono assunti da tutti, istituzioni comprese, come una sorta di bibbia. Ma i Tg se ne disinteressano, dedicando tempo e spazio alla “pigrizia” dei ragazzi italiani – sondaggio ripreso dal Tg 1 -, o al narcisismo dei maschi italiani illustrato dall’Istat e ripreso da Emilio Fede. Nel commento abbiamo sentito Enrico Fontana, responsabile Ambiente e Legalità di Legambiente , nonché storico curatore del Rapporto Ecomafia.
L’arresto del “re del riso italiano” Scotti, all’interno di un’indagine per traffico di rifiuti è ampiamente ripreso da Tg 1, Tg 2 e Tg 5: Rai e Mediaset – a differenza dei giornali – si possono infatti permettere di “sbattere in prima pagina” uno dei maggiori investitori pubblicitari.
Tg La 7 dedica due servizi ai movimenti nel giornalismo e nella comunicazione: come altre testate ritorno sulla vicenda Santoro mentre “in esclusiva” ci parla del terzo ritorno di Feltri al Giornale, dopo una breve convivenza non esaltante con Belpietro a Libero. Ma, in una maniera o nell’altra, si tratta sempre di “affari di famiglia”.
Alberto Baldazzi
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(Intervista di Luca Fargione)
Enrico Fontana: con Ecomafia 2011, il rapporto di Legambiente diventa maggiorenne; ma il rapporto con l’informazione, sviluppato da te in questi anni assieme a Legambiente , come sta andando? L’atteggiamento ci sembra distante …
“È un rapporto difficile e faticoso. Nel nostro Paese fanno notizia e clamore le molte indagini che ci sono state sulle infiltrazioni mafiose nelle energie rinnovabili, che con grande allarme appaiono sulle aperture dei telegiornali . Quando però le si va a misurare si scopre che rappresentano appena il 6% di tutte le inchieste fatte sull’ecomafia in Italia, dal 2007 al 2011. Si parla invece poco delle indagini sul ciclo illegale dei rifiuti; si parla poco di quanto accade col ciclo illegale del cemento, e questa scarsa attenzione si riflette poi in una scarsa attenzione – ahimé – da parte della politica”.
Enrico, in questi giorni c’è il batterio killer che furoreggia sui titoli di quasi tutti i Tg. Tu e Legambiente parlate invece di un altro virus che, al di là dei successi contro la criminalità organizzata, si sta sviluppando sempre di più. Al di là dell’m apparente crescita della sensibilità sul problema, le ecomafie aumenterebbero di fatturato e di incidenza …
“È così. La lotta è impari, lo abbiamo denunciato con forza oggi: né i governi né i parlamenti che si sono succeduti finora hanno trovato tempo e modo di riequilibrare questi rapporti di forza , tra chi inquina e aggredisce l’ambiente per ricavarne illeciti profitti e chi invece si impegna per tutelarlo. I primi rischiano ancora una sostanziale impunità e quindi – sapendo che i rischi sono modesti – il fenomeno si diffonde e non solo i criminali, ma anche imprenditori senza scrupoli praticano queste strategie sempre più diffusamente. Per chi difende l’ambiente, c’è invece il rischio della frustrazione. Noi però siamo testardi, ed insisteremo anno dopo anno a presentare il nostro rapporto. Fortunatamente ci sono anche media, giornali e radio, siti internet e televisioni in parte , che dedicano la giusta attenzione a questi fenomeni, e quindi confidiamo nel fatto che prima o poi porteremo a casa un risultato positivo”.
Fonte: Articolo21
7 giugno 2011