I ribelli sperano nella “carta” egiziana


Farid Adly, Guido Olimpio


Intensificati i contatti per mantenere un corridoio con il Cairo. E ora il Colonello pensa a isolare Bengasi.


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I ribelli sperano nella "carta" egiziana

WASHINGTON – I ribelli libici sperano nella "carta" egiziana. Martellati dal tiro dei governativi, costretti a ripiegare, gli insorti hanno intensificato i contatti con il Cairo. Come primo atto vogliono appoggiare la loro rete di comunicazione – Internet, cellulari – a quella egiziana. Un modo per sottrarsi a un possibile blocco imposto dal regime. Quindi sperano che il governo egiziano li aiuti a ottenere quello che sembra sempre più un miraggio nel deserto: la no fly zone. Gli avversari di Gheddafi contano anche sul vicino per i rifornimenti. Dalle zone di confine arrivano aiuti per i civili (cibo, medicine) che potrebbero presto essere seguiti da quelli militari. Ma è indispensabile che i mezzi possano viaggiare senza il rischio di essere mitragliati dai caccia di Gheddafi. Ecco l’esigenza della no fly zone.

IL CORRIDOIO – L’obiettivo dei "rivoluzionari", in questa fase critica del conflitto, è quello di mantenere un corridoio con l’Egitto: un canale logistico, diplomatico e militare. Senza questa retrovia, le possibilità di sopravvivere sono davvero limitate. Ne è consapevole anche Gheddafi che, nelle ultime settimane, si è impegnato a spezzare il legame Egitto-insorti. Prima ha mandato suo cugino, Qadhaf Al Dam, al Cairo per ottenere una sponda e reclutare elementi tribali. Quindi, l’8 marzo, ha spedito in missione un alto ufficiale che ha avuto contatti con i generali egiziani. Gheddafi, a sua volta, ha chiesto un sostegno militare. Ma la risposta è stata sempre negativa. Anzi le tribù che vivono a cavallo della frontiera hanno dimostrato la loro solidarietà concreta e si sono diffuse voci – incontrollabili – sulla presenza di qualche "consigliere" militare egiziano al fianco dei ribelli. Forse elementi dell’Unità 777.

BENGASI – La prossima mossa del Colonnello potrebbe essere di isolare Bengasi. Invece che attaccare in modo massiccio la capitale ribelle, le truppe lealiste punterebbero a riprendere Tobruk, snodo strategico sulla strada che porta al confine con l’Egitto. Una manovra a tenaglia – da sud e da est – per chiudere in una sacca Bengasi e tagliare il cordone ombelicale libico-egiziano.

Fonte: Corriere.it

15 marzo 2011

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