I Guardiani: il voto è valido. Proteste contro il verdetto


Gabriel Bertinetto


Il consiglio dei guardiani della rivoluzine riconta un decimo delle schede e conferma: regolare la vittoria di Ahmadinejaid. L”opposizione non ci crede. Nuove proteste in piazza a Teheran.


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
I Guardiani: il voto è valido. Proteste contro il verdetto

All’inizio in Iran la mobilitazione popolare rispondeva all’incitamento dei leader politici. Ma gradualmente il movimento sembra acquistare autonomia e procedere con le sue gambe. A Teheran e in altre città i cittadini, giovani soprattutto, scendono in piazza quasi ogni giorno. Nonostante il sabotaggio informativo del potere, che cerca di bloccare le comunicazioni telefoniche ed online, e requisisce persino le parabole satellitari sui tetti delle case, i gruppi informali dell’opposizione si tengono in contatto e le manifestazioni si susseguono.
PIAZZE BLOCCATE
Ieri il tam-tam della protesta aveva promosso una catena umana lungo il viale alberato Vali Asr. La censura governativa impedisce di sapere con certezza cosa sia accaduto, ma le notizie veicolate dai blogger via Internet ieri sera confermavano che la manifestazione era in atto, anche se i Basiji erano raccolti nei paraggi pronti a intervenire con l’abituale violenza. Secondo alcune testimonianze la folla e gli agenti si sono fronteggiati a lungo in piazza Vanak. Bloccati gli accessi a piazza Vali Asr e, parecchi chilometri più lontano, a piazza Enghelab. Voci di arresti. Non di scontri per fortuna, almeno fino a tarda ora. Alla denuncia dei brogli con cui Mahmoud Ahmadinejad avrebbe ottenuto la riconferma alla presidenza per altri quattro anni, i dimostranti ieri aggiungevano la denuncia dell’avallo che a quel risultato fraudolento è stato dato proprio ieri dal Consiglio dei guardiani della rivoluzione. L’organismo, una sorta di Corte costituzionale composta da teologi e controllata dalla Guida suprema Ali Khamenei, ha dichiarato ufficialmente che il riconteggio del dieci per cento delle schede non ha riservato sorprese. Anzi, dicono i Guardiani, in qualche caso, si è scoperto che ad Ahmadinejad era stato addirittura tolto qualche voto. Ben pochi credevano in un riesame imparziale, che verificasse soprattutto l’ipotesi che nelle urne sia stata inserita una dose massiccia di schede prevotate. Non ci credevano i due candidati dell’opposizione, Mir Hossein Mousavi e Mehdi Karroubi, che proprio per questo hanno rinunciato ad inviare propri rappresentanti ad assistere ai controlli. BBC IN LINGUA FARSI
Sempre tesi i rapporti fra Teheran e Londra, anche se cinque dei nove dipendenti iraniani dell’ambasciata britannica fermati l’altro giorno, sono stati rilasciati. La polemica con l’Inghilterra si alimenta anche di pretestuosi attacchi alle trasmissioni della Bbc in lingua farsi. Ieri si è appreso che la televisione di Stato iraniana, prima delle elezioni, aveva elaborato un documento in cui si segnalava la minaccia posta dal nuovo canale satellitare «Bbc Persian Tv». Nel dossier si mettevano in guardia le autorità verso il suo alto numero di utenti, da sei ad otto milioni ogni giorno, vale a dire intorno ad un decimo della popolazione totale. Dati raccolti dalla Bbc stessa indicano tre milioni di contatti quotidiani al sito online, nei giorni successivi alle elezioni. La Bbc trasmette in farsi dall’inizio dell’anno. Vi lavorano 140 giornalisti, perlopiù di origine iraniana. Secondo uno di loro, Sina Motallebi, 36 anni, responsabile dei servizi televisivi interattivi, l’Iran «ora è un Paese completamente diverso per via dei nuovi media». Motallebi è stato brevemente in carcere nel 2003, come autore di uno dei blog dell’opposizione più seguiti. Ed è proprio contro questi nuovi media che il regime di è rivoltato, prendendo di mira oltre alla Bbc anche Facebook e Twitter. La crisi nei rapporti fra la comunità internazionale e la Repubblica islamica potrebbe avere sviluppi importanti. Ad un giornalista che gli chiedeva se erano all’orizzonte sanzioni nei confronti di Teheran, il presidente del Consiglio italiano Berlusconi ha risposto di sì. «L’Iran sarà il primo argomento che affronteremo al G8 -ha detto Berlusconi-. Dalle recenti telefonate che ho avuto con i leader mondiali, credo che si andrà in quella direzione», cioè le sanzioni.

Fonte: l'Unità

30 giugno 2009

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento