Gerusalemme, scontro Stati Uniti e Onu


L'Osservatore Romano


Approvata in Assemblea generale una risoluzione che condanna la riconoscimento di Gerusalemme come capitale d’Israele.


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L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha bocciato a larga maggioranza la decisione degli Stati Uniti di riconoscere Gerusalemme capitale di Israele e di trasferire l’ambasciata nella Città santa. Su 193 paesi presenti, 128 hanno votato a favore della risoluzione contraria all’iniziativa presentata da Turchia e Yemen e appoggiata in massa dai paesi arabi, musulmani ed europei. Nove i voti contrari, agli Stati Uniti si sono aggiunti Israele, Togo, Micronesia, Nauru, Palau, Isole Marshall, Guatemala e Honduras. Gli astenuti sono stati 35, tra i quali figurano Canada e Australia.

Nella risoluzione, non vincolante ma dal valore altamente simbolico, la decisione del presidente Donald Trump viene considerata «una minaccia per la stabilità del Medio oriente e per la pace e la sicurezza internazionali». Inoltre il testo sottolinea che «ogni decisione e azione che mira ad alterare il carattere, lo status o la composizione demografica della Città santa di Gerusalemme non ha effetto legale, è nulla e non è valida». Per questo «deve essere rescissa in linea con le risoluzioni pertinenti del Consiglio di sicurezza» e a questo proposito invita tutti gli stati «a non portare missioni diplomatiche nella Città santa di Gerusalemme». Gran parte dei paesi membri dell’Unione europea si sono espressi a favore, tra questi Italia, Francia, Germania e Regno Unito. Un sì è arrivato anche da paesi alleati degli Stati Uniti come il Giappone e la Corea del Sud.

Secondo gli osservatori in questo momento la Casa Bianca rischia l’isolamento con sviluppi che sono imprevedibili. Il disappunto degli Stati Uniti traspare dalle parole durissime pronunciate dall’ambasciatrice degli Usa al Palazzo di vetro, Nikki Haley, che ha commentato con un secco «ce ne ricorderemo».

22 dicembre

L’Osservatore Romano

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