Gerusalemme, scontri e arresti."Difendiamo la Moschea di Al Aqsa"


Repubblica.it


Tensione nella città santa delle tre religioni: un convegno di rabbini scatena la protesta di estremisti islamici. Sassaiola sulla Spianata, la polizia lancia i lacrimogeni.


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Gerusalemme, scontri e arresti."Difendiamo la Moschea di Al Aqsa"

GERUSALEMME – Alta tensione ieri a Gerusalemme dopo che in mattinata reparti della polizia israeliana hanno fatto irruzione nella Spianata della Moschee per mettere fine ad una dimostrazione violenta inscenata da fedeli islamici.

Secondo un primo bilancio, di fonte palestinese, in questi scontri dieci palestinesi sono rimasti feriti o intossicati da gas lacrimogeni e altri 15 sono stati fermati dalla polizia. Fonti israeliane hanno confermato 12 arresti.

All'origine della tensione vi è un convegno che tiene a Gerusalemme est in cui rabbini dell'Istituto del Tempio enunceranno il diritto per gli ebrei di avere accesso e anche di pregare nella Spianata dove, fino al 70 d. C, sorgeva il Tempio di Gerusalemme. L'iniziativa ha allarmato i responsabili islamici della contesa Spianata che hanno fatto appello ai fedeli affinché "difendano la moschea al-Aqsa".

Secondo il capo della polizia di Gerusalemme, Ilan Franco, quando stamane un gruppo di visitatori (stranieri ed israeliani) sono entrati nella Spianata, dimostranti palestinesi hanno reagito con il lancio di pietre. Secondo fonti giornalistiche successivamente sono state lanciate contro gli agenti anche bottiglie incendiarie. Il pavimento era stato cosparso preventivamente di olio.

La polizia, secondo Franco, è stata costretta ad intervenire per sedare i disordini. Quindi ha sgomberato la Spianata e l'ha chiusa al pubblico. Una cinquantina di fedeli musulmani sono ancora chiusi nella moschea al-Aqsa e non accettano per ora di abbandonare la zona. Lanci sporadici di pietre contro gli agenti israeliani sono segnalati in varie stradine della Città Vecchia. Il Mufti di Gerusalemme, sceicco Muhammad Hussein, ha avvertito che la situazione è allarmante e che potrebbe verificarsi una nuova escalation.

Fonte: Repubblica.it

25 ottobre 2009

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Paola Caridi nel suo blog scrive: 

DOMENICA 25 OTTOBRE 2009

Di nuovo Al Aqsa
Di nuovo scontri, e di nuovo ad Al Aqsa. Tra polizia israeliana e fedeli palestinesi musulmani riuniti sulla Spianata delle Moschee. Ormai la tensione si alza con sempre più frequenza, attorno al cosiddetto Bacino Sacro della Città Vecchia di Gerusalemme. L'ultima volta era successo neanche due settimane fa, quando – da sabato 3 ottobre al sabato successivo – vi era stato un braccio di ferro, sempre tra polizia israeliana e fedeli palestinesi. Questo è il racconto che avevo fatto, basato sulle testimonianze raccolte in Città Vecchia.

Quelli che stavano ad Al Aqsa la considerano una vittoria. Una vittoria di cui nessuno, oltre i palestinesi, si è accorto. Duecento palestinesi chiusi per una interna settimana nella moschea di Al Aqsa, giorno e soprattutto notte. Come non succedeva dal 1967, da quando Israele ha occupato la parte orientale di Gerusalemme. Per i palestinesi musulmani, lo status quo non scritto dice che sulla Spianata delle Moschee non si passa la notte. Se non in un periodo ben definito: gli ultimi dieci giorni del mese di ramadan. Poi, tutto chiuso. Le porte che circondano il terzo luogo santo dell’islam si sprangano dopo l’ultima delle cinque preghiere quotidiane, quella della sera. E si riaprono all’alba.


All’inizio di ottobre, però, è successo qualcosa. La voce girava da giorni. Che i coloni radicali israeliani avrebbero cercato di entrare sulla Spianata delle Moschee, per il mondo ebraico il Monte del Tempio. Succede, talvolta, che gruppi di ebrei, spesso appartenenti al movimento dei coloni, entrino sulla Spianata. I grandi rabbini d’Israele hanno sempre proibito di andarci a pregare, come luogo impuro. Ma la tendenza, nelle frange estremiste che da mesi stanno riprendendo vigore, è quella invece di aumentare la pressione sulla zona più delicata della Città Vecchia. Dove, peraltro, i coloni più radicali stanno comprando edifici in pieno quartiere musulmano, mentre gli scavi archeologici israeliani vicino ad Al Aqsa, nei pressi delle possenti Mura di Solimano, stanno aumentando a dismisura la tensione le parti.

Il fuoco è già pronto, insomma, quando all’inizio di ottobre il Movimento Islamico dello sceicco Ra’ed Salah, nato e fecondatosi tra gli arabi d’Israele, invita i fedeli musulmani ad andare fisicamente a difendere Al Aqsa. Gerusalemme intanto si blinda, come sempre succede durante la festività ebraica di Sukkot, la festa delle capanne. Quest’anno, però, la presenza dei soldati, della polizia, degli elicotteri, delle transenne è evidente, marcata. Si temono scontri, nelle settimane precedenti ci sono già stati, e hanno colto di sorpresa tutti. Il 3 ottobre, sabato sera, qualche centinaio di uomini, soprattutto ragazzi, decide di rimanere dentro la Spianata. Per proteggere con la loro presenza Al Aqsa, dicono. Sfidano la polizia israeliana, lo status quo. E anche l’autorità che sovrintende ai luoghi islamici, il Waqf.

Comincia un braccio di ferro lungo un’intera settimana. A riflettori spenti, le notizie arrivano col contagocce. Dietro i portali che circondano la Spianata, si consuma un negoziato lento, difficile. Fatto di minacce e di mediatori. Gli israeliani chiudono tutti i bagni che sono sulla Spianata, gli uomini non si muovono dalla moschea di Al Aqsa, fanno i loro bisogni in una sala lì accanto. La polizia sigilla le porte: niente cibo per “gli uomini dentro Al Aqsa”. Ma il pane passa lo stesso. Le donne possono ancora entrare sulla Spianata, e il pane passa, nascosto sotto i veli delle donne. Come dappertutto nel mondo. I palestinesi, stavolta, non tirano pietre, non fanno nient’altro che pregare.Alla fine, il braccio di ferro si conclude con l’uscita dei duecento uomini senza che nessuno di loro venga arrestato dagli israeliani. Sono stati i giordani, si dice, a condurre la trattativa, mentre i palestinesi cantano vittoria, hanno creato un precedente. “Gli israeliani, a dire il vero, non hanno voluto l’escalation”, dice uno di loro, soddisfatto di quello che è successo.

Quello che è successo stamattina, invece, è che la polizia israeliana si è dispiegata nella Città Vecchia perché temeva già la possibilità di scontri. La parte più radicale della destra religiosa aveva fatto sapere che sarebbe andata sulla Spianata per celebrare l'843mo anniversario del viaggio di Maimonide a Gerusalemme. A chiamare a raccolta gli estremisti, soprattutto il Temple Institute, guidato da Yehuda Glick, che propone un cambiamento nella politica seguita sinora verso la Spianata delle Moschee. Dove, peraltro, vige uno status quo che coinvolge anche la Giordania, custode dei luoghi sacri musulmani a Gerusalemme. Sulla Spianata delle Moschee (Monte del Tempio per gli ebrei) si sale, si prega, si fa sentire la propria presenza, dicono in sintesi.

Il rischio, dicono ormai gli analisti di parte palestinese, è che la destra religiosa (che in molti suoi settori si sovrappone al movimento dei coloni più radicali) voglia per Gerusalemme vecchia una situazione simile a quella della Moschea di Ibrahim/Tomba dei Patriarchi a Hebron. Una coabitazione, in sostanza. Salvo il fatto che la coabitazione, a Hebron, è gestita dalle autorità israeliane, e che la presenza israeliana è rappresentata solo dai coloni radicali. Non c'è chi non veda, in questo, il rischio altissimo dello scontro. Gerusalemme non è Hebron.

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LUNEDÌ 26 OTTOBRE 2009

Attorno ad Al Aqsa
Riunione di rabbini, ieri sera, come già preventivato, dietro l'invito del Temple Institute. E tra i presenti, alcuni degli esponenti di rilievo della destra israeliana, soprattutto di quella religiosa. La battaglia attorno alla Spianata delle Moschee, al Recinto Sacro, ha segnato un altro appuntamento.

During a rightist event held in Jerusalem Sunday evening, just hours after Muslims rioted in and around the Temple Mount amid reports that Jewish extremists were planning to visit the site, Professor Hillel Weiss said, "The (third) temple must be built now. The mosques do not have to be destroyed in order for us to do this." (da Ynet)

Nei fatti, significa la hebronizzazione di Gerusalemme. E il comunicato emesso dai rabbini delle colonie in Cisgiordania è ancora più netto: Yesha Rabbinical Council releases a statement calling Israeli authorities to completely bar Arabs from Temple Mount, as they "turn the Jewish people's holiest site into a hub of terror and violence. "The Yesha rabbis, who are at the forefront of worshipers arriving at Temple Mount urges all rabbis and the entire people of Israel to join them and attend the convention meant to bolster Jewish presence at the compound," said the statement.

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