FAO: rischio fame in tante aree di crisi
Avvenire
Senza finanziamenti adeguati, nuove sfide come siccità, inondazioni conflitti potrebbero generare ulteriori situazioni insicurezza alimentare in Siria, Afghanistan, Sudan e Bangladesh
La Fao, con un nuovo rapporto, ha lanciato l’allarme su una serie di zone critiche dove siccità o inondazioni potrebbero spingere alla fame milioni di persone nella seconda metà del 2018.
Tra le crisi più gravemente sottovalutate, secondo l’agenzia delle Nazioni Unite, vi sono l’Afghanistan, il Sudan e la Siria, per la drammatica mancanza d’acqua, il Bangladesh, che deve fare i conti con una severa stagione di monsoni, una ripresa delle violenze nella Repubblica Centrafricana, l’imminente stagione degli uragani ad Haiti e stagioni di magra in Iraq, Myanmar e nel Sahel.
Senza finanziamenti adeguati, che garantiscano assistenza, queste sfide dell’ambiente potrebbero mettere a rischio la sopravvivenza di intere popolazioni, secondo l’Organizzazione dell’Onu per l’agricoltura e l’alimentazione. In alcuni di questi paesi, i fondi ricevuti per l’azione umanitaria non erano corrispondenti alle necessità delle popolazioni.
In Siria, ad esempio, le ultime indicazioni segnalano il rischio che la siccità, in alcune parti del paese, esacerbi l’impatto di anni di conflitti, con tantissimi sfollati costretti a lasciare le proprie case, minacciando di minare ulteriormente la produzione di cibo. Nonostante le notevoli sfide che ha dovuto affrontare, il settore agricolo continua a sostenere quasi la metà della fornitura di cibo nel paese, fungendo da ancora di salvezza per milioni di persone vulnerabili.
Le popolazioni pastorali nel Sahel stanno lottando per far fronte agli effetti della siccità (l’ultima emergenza è dello scorso anno), oltre ai conflitti in corso e all’insicurezza nella regione. Richiedono assistenza urgente per proteggere le loro mandrie e affrontare la fame crescente. Anche in Sudan i bisogni umanitari restano alti, spinti da una combinazione di alti prezzi dei generi alimentari, dagli esodi forzati e dal crollo dei mezzi di sostentamento.
La risposta di emergenza della Fao nei paesi colpiti includerà la fornitura di sementi, di attrezzi agricoli, di mangimi per gli animali, la riabilitazione delle infrastrutture idriche e dei punti d’acqua, campagne di vaccinazione e trattamento degli animali, il miglioramento della gestione del suolo e dell’acqua e trasferimenti di contante e soldi in cambio di lavoro.
2 agosto 2018
Avvenire
Silvia Guzzetti