Fame nel mondo: torna la campagna che unisce Italia e Africa
AGI Mondo ONG
E’ partita da Roma una nuova fase della "Campagna Terre Contadine", con l’obiettivo di chiedere una "profonda modifica" delle politiche agricole, in Africa come in Europa, e maggiori opportunità per i piccoli agricoltori e allevatori del sud e del nord del mondo.
La crisi alimentare mondiale ha investito soprattutto i Paesi poveri ed e' da qui che bisogna ripartire per superarla. Da questa riflessione e' partita da Roma una nuova fase della 'Campagna Terre Contadine', con l'obiettivo di chiedere una "profonda modifica" delle politiche agricole, in Africa come in Europa, e maggiori opportunita' per i piccoli agricoltori e allevatori del sud e del nord del mondo. Luogo deputato per il lancio dell'iniziativa, la sede di Coldiretti, organizzazione da sei anni partner della campagna, promossa in Africa dalla rete dei contadini di 12 Paesi della regione occidentale (Roppa) e in Italia da un cartello di ong coordinate da Terra Nuova e Crocevia. Tra i relatori c'era anche il senegalese Ndiougou Fall, presidente di Roppa, arrivato a Roma per partecipare al vertice internazionale della Fao che si aprira' martedi' a Roma e al cosiddetto 'contro-vertice', che si svolgera' contemporaneamente su iniziativa di centinaia rappresentanti di associazioni di contadini e pescatori del sud.
Stando a un rapporto congiunto Ocse-Fao, la crisi alimentare degli ultimi mesi avra' ripercussioni per altri dieci anni. Sul banco degli imputati, oltre a calamita' naturali come siccita' e alluvioni, la crescente domanda di biodisel, l'aumento del costo del petrolio e le speculazioni dei mercati finanziari. Soprattutto su queste ultime ha puntato il dito Coldiretti.
"La politica internazionale deve porre rimedio al fenomeno della speculazione sul cibo", ha avvertito il presidente dell'organizzazione agricola, Sergio Marini, "il tema del cibo non puo' essere lasciato alla libera interpretazione del mercato: sulla fame non si puo' speculare". Insieme a regole "diverse" delle strategie politiche internazionali, secondo il presidente di Coldiretti la crisi si puo' risolvere solo "rafforzando la capacita' produttiva dei Paesi del sud del mondo a partire dai piccoli agricoltori, gli unici a garantire che quei prodotti circolino sui mercati locali e regionali facendoli cosi' crescere e sviluppare". La crisi non si risolve, ha continuato Marini, "abbassando i costi, ma trovando il giusto prezzo tra la domanda e l'offerta per permettere alle piccole imprese di esistere". Per risolvere il problema in Italia Marini ha riferito che "Coldiretti sta aumentando le produzioni" e in particolare quella del grano duro, salita in pochi mesi del 15-20 per cento. "Menomale che in Italia e in Europa abbiamo un sistema agricolo che funziona e ci da' garanzie", ha concluso Marini, "altrimenti ci saremmo ritrovati a dovere gestire disordini sociali come quelli che hanno recentemente infiammato Haiti, Senegal, Egitto e molti altri Paesi poveri".
Per un sostegno piu' deciso alle produzioni locali e lo sviluppo dei mercati regionali africani da anni si batte la rete Roppa, che raggruppa oltre 40 milioni di piccoli agricoltori dell'Africa Occidentale. "L'aumento dei prezzi dei prodotto agricoli potrebbe essere un'occasione per il rilancio dell'agricoltura africana", ha suggerito il presidente di Roppa, "deve essere pero' accompagnato da politiche di garanzie e dal rafforzamento della categoria anche attraverso reti e cooperative, cosi' da rimettere in moto i mercati locali e regionali". Accanto a politiche nazionali "piu' forti e decise al fianco dei contadini", ha avvertito Fall, "lo sviluppo di una nuova economia africana non deve essere ostacolato dalle strategie liberiste che la Commissione europea sta cercando di imporre alle sue ex colonie con gli Accordi di partenariato economico (Epa), o dagli Stati Uniti, che non vedono l'ora di far sbarcare in Africa le loro eccedenze agricole".
Per questo, la Campagna Terre Contadine, al suo secondo triennio di attivita', chiede una profonda modifica della Politica agricola comune (Pac), ha spiegato Antonio Onorati di Crocevia, "per assicurare un prezzo remunerativo ai produttori e permettere ai mercati piu' sensibili di proteggersi". C'e' bisogno di una Pac anche per l'Africa: la chiedono a gran voce tutte le reti nazionali dei contadini africani, che suggeriscono l'istituzione immediata di mercati comuni regionali e un investimento nel settore di almeno il 20-30 per cento del bilancio dei loro Paesi.
Fonte: Agi