Economist: Cavaliere ha fregato l’Italia
l'Unità.it
“L’uomo che ha fregato un intero paese”. È questo il titolo di copertina dell’Economist dedicato in modo particolare all’Italia «di Silvio Berlusconi» con uno speciale di 14 pagine che dipingono il quadro di un Paese allo sbando.
«L’uomo che ha fregato un intero paese». È questo il titolo di copertina dell’Economist in edicola domani dedicato in modo particolare all’Italia «di Silvio Berlusconi» con uno speciale di 14 pagine e che raffigura in prima pagina il Cavaliere.
The Economist spiega le difficoltà del Paese «nell’affrontare grandi questioni tra cui l’impatto della globalizzazione e dell’immigrazione in un Paese caratterizzato da un severo protezionismo, gli effetti della gerontocrazia istituzionalizzata che rende difficile per i giovani costruirsi una carriera e il mancato rinnovamento delle istituzioni che risentono dei conflitti di interesse che coinvolgono magistratura, politica, media e imprese».
Il risultato è che l’Italia «ha avuto il più basso tasso di crescita di tutti gli altri Paesi del mondo occidentale. Tra il 2000 e il 2010, il pil italiano è cresciuto in media dello 0,25% all’anno, un dato allarmante, migliore solo rispetto a quello di Haiti e dello Zimbawe. Nonostante l’Italia abbia saputo evitare il peggio durante la recente crisi finanziaria globale, non ci sono segnali di una possibile inversione di tendenza rispetto alla crescita zero».
Il report analizza anche «le numerose mancanze di Berlusconi nel suo lungo periodo al potere, in modo particolare l’ulteriore indebolimento delle istituzioni italiane e l’eccessiva tolleranza nei confronti dei conflitti di interesse».
Secondo The Economist «il successore di Berlusconi potrebbe introdurre alcuni semplici e immediati miglioramenti con poco sforzo. Il report sottolinea la necessità di cambiare la legislazione del lavoro che favorisce gli anziani e l’urgenza di richiamare migliaia di giovani di talento che sono emigrati e che potrebbero avere un impatto positivo per il Paese».
Fonte: www.unita.it
9 giugno 2011