E’ questa veramente la marcia di pace sognata da Aldo Capitini…


Uno dei 200.000


Domenica 7 ottobre, a conclusione dellasettimana di iniziative nazionali per lapromozione della giustizia e della pace, si èsvolta la Marcia Perugia-Assisi che ha dato testimonianzaall’affermazione valoriale : “Tuttii diritti umani per tutti”. Questa tematica, alcentro anche delle riflessioni dell’Assembla dell’Onudei Popoli (Perugia 5-6 ottobre 2007), ciaccompagnerà per tutto l’anno preparandoci al60° anniversario della Dichiarazione universaledei […]


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Domenica 7 ottobre, a conclusione della
settimana di iniziative nazionali per la
promozione della giustizia e della pace, si è
svolta la Marcia Perugia-Assisi che ha dato testimonianza
all’affermazione valoriale : “Tutti
i diritti umani per tutti”. Questa tematica, al
centro anche delle riflessioni dell’Assembla dell’Onu
dei Popoli (Perugia 5-6 ottobre 2007), ci
accompagnerà per tutto l’anno preparandoci al
60° anniversario della Dichiarazione universale
dei diritti umani. La partecipazione di oltre
200.000 persone si è caratterizzata, seguendo
l’invito di Flavio Lotti, come una vera marcia
di pace che ha accolto politici senza personalismi,
rappresentanti di Associazioni umanitarie,
i testimoni del mondo con il loro carico di
sofferenza e la loro esigenza vissuta di pace e
giustizia. Molti i giovani, numerosa e partecipe
la rappresentanza dell’associazionismo scout.
Ha fatto strada, fino alla Rocca di Assisi, una
piccola ma significativa comunità di monaci
tibetani, ben visibili nei loro rossi
mantelli, che al termine del percorso
ha dedicato ai fratelli birmani
una struggente preghiera, si è fatto
allora silenzio per dare spazio alla
melodia del canto, all’improvviso
nel vociare confuso è calato il sapore
del mondo. La musicalità delle
voci aveva il messaggio e il carattere
della nonviolenza che come
“cosa dell’anima nell’amore che non
esclude apre all’unità”. E’ questa veramente
la marcia di pace sognata
da Aldo Capitini, una integrazione
capace di dare maggiore risalto e
profondità alla razionalità dei discorsi
“un accomunamento dal basso
che non esclude, che disciplina il
corpo ad un’idea che si serve pensando a tutti”.
Altra modalità rilevante di politica della nonviolenza,
evidenziata da Capitini, è l’azione nei
riguardi dell’Onu. La nonviolenza, a differenza
di tutte le azioni sottoposte ad interessi economici
ed ideologici, legate ad un sistema statalistico,
si ispira sempre ad una vitalità creativa in
senso democratico internazionale e porta alla
compresenza di tutti i popoli. La Legge offre
garanzie al percorso di pace ma occorre unire
all’elemento coattivo l’aspetto umanitario
e accettare il cambiamento. La coscienza della
realtà di tutti è infatti il rinnovamento della
Legge. La Storia è allora capace di divenire un
progressivo dilatarsi del senso di tutti, coltivando
l’apertura come qualcosa di sacro nella vita
quotidiana sì da diventare costume. L’utopia
della nonviolenza, professata da Aldo Capitini,
è affascinante, attuale, profetica, a fondamento
delle azioni di pace. Le numerose testimonianze
di uomini e donne, convenuti a Perugia
per l’Assemblea dell’Onu dei Popoli, hanno
denunziato il volto violento del potere, il disagio
e le sofferenze dell’umanità intera. Hanno
testimoniato molti rappresentanti africani denunciando
il sacrificio di un intero continente
al benessere del Nord del mondo. Importante
il tentativo di associazioni che in Sud Africa e
in Sierra Leone supportano la riconciliazione,
così come quello di associazioni umanitarie
africane a favore dei disabili e quello a sostegno
di etnie che stanno scomparendo a causa
delle condizioni di vita altamente inquinate
create dalle attività industriali mondiali, come
gli Ogoni nel Delta del Niger (Mosop). Hanno
testimoniato israeliani e palestinesi che, nella
comune sofferenza, hanno indicato nuovi percorsi
di dialogo, e quindi afghani, iracheni, iraniani,
documentando la crudezza della guerra,
della dittatura e dell’occupazione, e così
monaci tibetani che, in fratellanza ai birmani,
aprono nuovi scenari sulla tragica mancanza di
libertà.
“Promuovere tutti i diritti umani per tutti nella
comune corresponsabilità, è un obiettivo concreto
che deve guidare la politica locale, nazionale
ed internazionale a tutti i livelli” affermano
i testimoni.
I diritti sono la bussola legale, politica, morale
per fronteggiare la crisi planetaria e danno
legittimazione all’agire di chi governa, aprendo
a percorsi di pace. “La nonviolenza, ricorda
Capitini, è dire un tu ad un essere concreto
con cui noi viviamo, in occasione dell’incontro,
il senso dell’unità… è come tornare bambini
pronti al festeggiare, come i bambini sentono
crescere la vita la nonviolenza sente che la
compresenza, nell’intimo di ogni essere, è eterna
perché crescente.”

Rosaria Leonardi Cenerelli

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