Durban, lontano l’accordo sulle emissioni
Misna
“La difesa dell’ambiente è stata messa in secondo piano dalla competizione politica ed economica tra Stati Uniti e Cina” dice padre Michael Deeb, presidente della Commissione giustizia e pace della Conferenza episcopale del Sudafrica.
“La difesa dell’ambiente è stata messa in secondo piano dalla competizione politica ed economica tra Stati Uniti e Cina” dice alla MISNA padre Michael Deeb, presidente della Commissione giustizia e pace della Conferenza episcopale del Sudafrica.
Alla fine del vertice di Durban sui cambiamenti climatici mancano poche ore. Dell’accordo vincolante sulle emissioni di gas serra, che avrebbe dovuto sostituire il Trattato di Kyoto, non c’è traccia. I corrispondenti delle agenzie di stampa riferiscono di una proposta europea su un’intesa “volontaria” da firmare entro il 2015 e applicare dal 2020. È possibile che i negoziati proseguano domani, nella speranza di un accordo dell’ultima ora. Padre Deeb, che ha assistito al vertice sin dall’apertura del 28 novembre, non crede ai miracoli: “Le preoccupazioni dei paesi poveri sono lasciate da parte, magari con la scusa della crisi dell’euro e i rischi per l’economia”.
A far sperare è semmai l’attenzione per i temi ambientali mostrata anche in queste due settimane dalla società civile. “È una prova importante – sostiene padre Deeb – per la prossima battaglia contro i progetti nucleari del governo sudafricano”. Tra le baracche alla periferia sud di Durban, dove il cielo è oscurato dai gas di scarico degli impianti petrolchimici, il ricordo del disastro di Fukushima alimenta l’impegno per un’economia sostenibile. Più sicura e meno dipendente dal petrolio, dal carbone e dalle altre fonti di energia fossili, le principali responsabili del surriscaldamento planetario che Kyoto e altri trattati possibili potrebbero cercare di contrastare.
Fonte: www.misna.it
9 Dicembre 2011