Due militari italiani morti in Afghanistan


il Messaggero


Morti due genieri di Sassari e Bisceglie dopo disinnesco di un ordigno. Berlusconi: dolore, ma dobbiamo esserci.


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Due militari italiani morti in Afghanistan

Due militari italiani sono stati uccisi in Afghanistan in un attentato compiuto a una decina di chilometri da Herat. I due militari sono stati investiti dall'esplosione di un ordigno piazzato lungo la strada, un cosiddetto Ied (improvised explosive device, un ordigno di preparazione artigianale). Con le vittime di oggi salgono a 29 i militari italiani morti in Afghanistan dal 2004. Dall'inizio dell'Operazione Enduring Freedom nel 2001, sono 1.970 i soldati stranieri morti in Afghanistan.

I due militari erano due specialisti del Genio
che avevano appena disinnescato un ordigno. Facevano parte di un team Iedd (Improvised Explosive Device Disposal), specializzato nella rimozione di ordigni esplosivi improvvisati, intervenuto intorno alle 20 locali per il disinnesco di una bomba segnalata dalla polizia afgana. Dopo l'allarme, si è mosso un team specializzato del 3° reggimento Genio: 36 militari su 8 veicoli blindati Lince, uno dei quali in versione ambulanza.

I due militari hanno neutralizzato con successo l'ordigno,
ma mentre perlustravano la zona alla ricerca di altri Ied, sono stati investiti da una forte esplosione che ne ha causato la morte. La bomba ha ucciso anche due afghani.

Le vittime sono il primo maresciallo Mauro Gigli,
nato il 3 aprile 1969 a Sassari ed effettivo al 32° Reggimento Genio di Torino (Brigata Alpina Taurinense), e il Caporal Maggiore Capo Pierdavide De Cillis, nato il 25 febbraio 1977 a Bisceglie (Bari) e appartenente al 21° Reggimento Genio di stanza a Caserta. Le due vittime avevano al loro attivo numerose missioni all'estero durante le quali avevano effettuato un elevato numero di interventi di disinnesco di ordigni esplosivi.

Nell'esplosione ha riportato escoriazioni il capitano Federica Luciani
del 2° Reggimento Genio Pontieri di Piacenza, 29 anni, nata a L'Aquila. Nell'agosto 2009, con il grado di tenente, ha coordinato le pattuglie del Genio nelle strade piacentine per l'operazione Città sicure. Il 24 novembre 2007, in un attentato nei pressi di Kabul, era morto un sottufficiale dello stesso Reggimento, il maresciallo capo Daniele Paladini, 35 anni.

Tutte le ipotesi ancora aperte.
«Sono in corso i rilievi. Per il momento tutte le ipotesi sono aperte -dice il Maggiore Mario Renna, Portavoce del Comando del Regional Command West della missione multinazionale Isaf – Bisogna fare luce su quanto è accaduto, al momento è presto per trarre conclusioni». Si cercherà cioè di accertare se l'esplosione dell'ordigno sia stata provocata a distanza con un telecomando o al contrario se sia stata accidentale.

Gli Ied costituiscono la principale minaccia per i militari italiani, ma anche per forze armate e civili afgani. Negli ultimi giorni, nella zona di Shindand, gli specialisti degli Alpini, insieme alle forze di sicurezza afgane, hanno disinnescato quattro ordigni esplosivi improvvisati. Gli artificieri del contingente si servono di mezzi blindati, robot telecomandati, cani, pinze e strumenti sofisticati per disinnescare in sicurezza.

Nel disinnesco degli Ied (gli ordigni rudimentali) il momento più delicato «è quando c'è l'approccio manuale da parte dell'operatore» con la bomba, ed è un susseguirsi di «tensione ed adrenalina»: è quanto raccontava circa 20 giorni fa in una intervista al Tg1, in Afghanistan, il primo maresciallo Mauro Gigli, morto ieri.

Camera e Senato hanno interrotto i lavori per un minuto di silenzio. Da maggioranza e opposizione è arrivata la richiesta al Governo di riferire sull'accaduto davanti al Parlamento.

Berlusconi: provo dolore, ma dobbiamo esserci.
«Provo dolore e sono rattristato per la notizia appresa venendo qui», ha detto il premier Silvio Berlusconi inviando il proprio cordoglio «alle famiglie» e ricordando che «queste azioni rafforzano l'idea che dobbiamo esserci». Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha spiegato che quanto accaduto non cambia la missione italiana, perchè «gli impegni internazionali vanno mantenuti, ci sono rischi che sappiamo di correre, ma vogliamo che il loro sacrificio non sia vano e che la lotta contro il terrorismo possa essere combattuta a partire dal 2013 dalle forze afgane in modo che i nostri possano tornare a casa». Il ministro domani riferirà alle Camere sull'episodio.

Dall'opposizione, con il cordoglio, arriva la richiesta di riflettere sulla missione
. Piero Fassino ha chiesto che «il Governo riferisca al Parlamento sulla situazione in Afghanistan e sulla strategia con cui si intende accelerare un approdo di sicurezza e di stabilità in quella regione». Il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, ha osservato che «oggi è un giorno di lutto per tutto il Paese e ogni polemica sulla nostra presenza in Afghanistan risulterebbe strumentale. Per questo, a tempo debito, ribadiremo le ragioni per le quali l'IdV è contraria ad una missione che è risultata fallimentare, come dimostrato dal dossier diffuso da Wikileaks».

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