Dove va la USS Cole?


Paola Caridi - invisiblearabs.com


"Ora, dopo i primi cinque giorni della mini-guerra civile libanese, la USS Cole torna nel Mediterraneo, e sarà interessante capire perché, per quali reali obiettivi".


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Dove va la USS Cole?

Ha passato il canale di Suez in direzione Mediterraneo, la USS Cole, la nave da guerra americana che alla fine di febbraio era rimasta nelle acque antistanti il Libano, in una dimostrazione non tanto di forza, quanto di presenza verso i due avversari di Washington in Medio Oriente, Siria e Iran. Ora, dopo i primi cinque giorni della mini-guerra civile libanese, la USS Cole torna nel Mediterraneo, e sarà interessante capire perché, per quali reali obiettivi.
E' certo che la partita libanese non si è conclusa con l'arretramento degli uomini di Hezbollah dalle strade di Beirut ovest, dove le milizie sciite hanno lasciato il posto all'esercito. E' solo il primo round, e gli scontri ancora in corso tra hezbollah e, soprattutto, uomini dei drusi di Walid Jumblatt, lascia presagire che il peggio deve ancora arrivare. Lungi dall'essersi moderate, le divisioni tra sunniti e sciiti si sono semmai consolidate (e forse ha ragione Rex Brynen, ripostato dal blog di Joshua Landis, sul fatto che la vittoria di Hezbollah non sia stata un buon assist nella strategia del partito di Dio, a medio e lungo termine). C'è solo da sperare che abbia ragione Rami G. Khouri, nel suo commento sul Daily Star:

"The new domestic political balance of power in Lebanon will reflect millennia-old indigenous Middle Eastern traditions of different and often quarreling parties that live together peacefully after negotiating power relationships, rather than one party totally defeating and humiliating the other. Lebanon can only exist as a single country if its multi-ethnic and multi-religious population shares power. As the political leaders now seek to do this, they operate in a new context where the strongest group comprises Iranian- and Syrian-backed Islamist Shiites and their junior partners, Christian and Sunni Lebanese allies. They will share power in a national unity government with fellow Lebanese who are friends, allies, dependents and proxies of the United States and Saudi Arabia. If a new Middle East truly is being born, this may well prove to be its nursery."

Visto il modo in cui soprattutto gli Stati Uniti si sono mossi in Medio Oriente, sembra però improbabile che si possa ritornare al tipo di convivenza che soprattutto il Levante aveva vissuto, anche durante il periodo ottomano. Troppa raffinatezza, in questa strategia. Consiglio, comunque, la lettura di Etre Arabe, conversazione con Farouk Mardam Bey e Elias Sanbar edita da Actes Sud, per ricordarsi come si viveva in Medio Oriente, qualche decennio fa.

Fonte:http://invisiblearabs.blogspot.com

12 maggio 2008 

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