Donna in coma per un pugno in metrò


La Stampa


Una stupida lite, una parola poi l’altra, poi insulti, spintoni e poi il buio. Il buio del coma per una donna di 32 anni e quello di un futuro incerto per un ventenne. Quello che lascia attoniti è l’iniziale indifferenza dei passanti.


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Donna in coma per un pugno in metrò

Una stupida lite, una parola poi l’altra, poi insulti, spintoni e poi il buio. Il buio del coma per una donna di 32 anni e quello di un futuro incerto per un ventenne. Due vite che si sono intrecciate vicino alla stazione della metropolitana romana dell’Anagnina, teatro di una storia di ordinaria violenza.

Ed è successo anche a Roma, dopo Milano e dopo tante altre città, che una lite banale si trasformi in tragedia: in un qualsiasi venerdì, in una qualsiasi coda al bar per acquistare il biglietto del metrò. Poi all’improvviso la discussione tra un ragazzo e una donna: «c’ero prima io», «no, toccava a me». I toni si alzano, vola qualche insulto. Poi tutto sembra finire lì. Invece finisce che la donna 32enne, Maricica Hahaianu, romena, infermiera professionale, starà in coma per tre giorni dopo un pugno ricevuto da quel ragazzo di 20 anni, Alessio Burtone, ora agli arresti domiciliari con l’accusa di lesioni personali aggravate.

Ma quello che lascia attoniti è l’iniziale indifferenza dei passanti, ripresi dalle telecamere del metrò. Interminabili secondi che vedono frettolosi passeggeri sfilare via verso le loro vite, incuranti della donna riversa in terra che perde sangue e rantola. Ma fortunatamente non tutti. C’è un uomo, che oggi il sindaco di Roma Gianni Alemanno, ha ringraziato pubblicamente, un sottufficiale della Capitaneria di porto, Manuel Milanese, che con il suo intervento‚ riuscito ad assicurare alla giustizia l’aggressore. È stato lui, infatti, che ha bloccato Alessio Burtone mentre si allontanava. Secondo la ricostruzione dei carabinieri la lite al termine della quale Alessio Burtone ha sferrato un pugno e ridotto in coma l’infermiera romena è iniziata attorno alle 17 di venerdì.

I due, hanno accertato i carabinieri, erano in un bar tabacchi quando è nato un diverbio: secondo una prima ricostruzione, anche se agli atti manca la testimonianza della donna, Burtone si sarebbe lamentato che l’infermiera era passata avanti. Tra Alessio Burtone e Maricica Hahaianu, hanno raccontato ai carabinieri alcuni testimoni, ne è scaturito un diverbio piuttosto acceso durante il quale i due si sarebbero reciprocamente rivolti offese. Poi la lite sembrava finita.

Invece i due si sono incontrati nuovamente nell’atrio della stazione della metropolitana e lì, questa volta immortalati dalle telecamere a circuito chiuso, dopo un’ulteriore scambio di insulti, Burtone avrebbe sputato contro la donna e poi le avrebbe sferrato il colpo che l’ha fatta cadere e sbattere la testa. Ma l’intervento del sottufficiale delle capitanerie di Porto ha permesso il fermo del giovane. L’uomo, dopo aver visto la scena, hanno accertato i carabinieri, ha raggiunto Burtone che tentava di allontanarsi. Lo ha fermato, qualificandosi, gli ha chiesto i documenti e gli ha detto: «torna indietro, hai visto che hai fatto?». Nello stesso momento altre persone hanno chiamato l’ambulanza e i carabinieri.

Poco dopo, vista la gravità delle condizioni della vittima, il ventenne è stato fermato con l’accusa di lesioni personali aggravate.

Il giovane adesso si difende e racconta la sua verità, «mi ha insultato e sputato, l’ho colpita ma non volevo farle del male». Attorno a questo ragazzo che parenti e vicini di casa descrivono come ’non violentò, fa quadrato la famiglia. «Alessio è disperato è chiuso in casa e continua a piangere -dice la sorella- Quando ha colpito quella ragazza non credeva assolutamente di poterle far male in quel modo. Si è rincuorato quando ha saputo che l’hanno risvegliata dal coma. Alessio ci ha raccontato che minacciava addirittura di cavargli gli occhi e che gli ha sputato in faccia. Lui si è quindi impaurito perch‚ ha pensato che lei potesse avere qualcosa in borsa, si è ricordato di Vanessa Russo, quella ragazza uccisa dalla romena Doina Matei con un ombrellata nell’occhio ed ha reagito colpendola, non credeva però di farle così male».

Adesso la vita dell’infermiera romena è appesa ad un filo, è ancora in pericolo e non reagisce agli stimoli esterni. Quello che tutti aspettano è che possa riprendersi al più presto e raccontare la sua versione su quel dannato pomeriggio di ordinaria violenza.

Fonte: la Stampa

12 ottobre 2010

il video su http://tv.repubblica.it

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