Don Ciotti nella terra di don Diana. La madre: "Perché lo infangano?"


Andrea Carugati


"Perché continuano a infangare la memoria di mio figlio?”, dice la madre di don Diana. Ma la risposta migliore alle insinuazioni di Pecorella sono i 100 ragazzi venuti da tutta Italia per ricordare con don Ciotti il prete ucciso dai Casalesi.


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Don Ciotti nella terra di don Diana. La madre: "Perché lo infangano?"

Afoso pomeriggio d’agosto, Castel Volturno. Nel podere dove il boss napoletano Michele Zaza, leader del contrabbando di sigarette, allevava i suoi cavalli di razza, un centinaio di scout arrivati da tutta Italia ascolta don Luigi Ciotti che ricorda don Peppe Diana, proprio dove, in suo nome, nascerà una cooperativa per la produzione di mozzarella.

Eccola qui, nelle magliette arancioni con le insegne di Libera, in questo campo estivo dedicato alla legalità, la migliore risposta alle insinuazioni del parlamentare Pdl Gaetano Pecorella, ex avvocato del boss condannato come mandante dell’omicidio di don Diana, che nei giorni scorsi aveva rimesso in dubbio il movente dell’omicidio, ridando fiato a quanti, dopo la morte del sacerdote, avevano cercato di infangarne la memoria.

Don Ciotti oggi avrebbe dovuto essere a Palermo, per commemorare altre tre vittime di mafia, Cassarà, Montana e Roberto Antiochia. Ma ha cambiato programma all’ultimo momento: “Davanti a queste insinuazioni su don Peppe anche Saveria, la madre di Roberto, avrebbe scelto di venire qui, per stare vicina ai genitori”, spiega Ciotti ai ragazzi. Jolanda e Gennaro Diana lo accolgono nella loro cucina, la casa è tappezzata di foto di don Peppe, soprattutto di ricordi scout, c’è anche la medaglia d’oro al valor civile firmata nel 1994 dal ministro dell’Interno Maroni con parole chiarissime: “Non esitava a schierarsi nella lotta alla camorra, pur consapevole di esporsi a rsichi mortali”. La signora Jolanda è provata. “Sono tre giorni che piange”, dice il marito. E lei: “Ma come, il processo è finito e devo sentire ancora qualcuno che infanga mio figlio? Sono stati tre giorni di inferno”. Ciotti le stringe le mani: “Non ti preoccupare, tuo figlio è un martire di giustizia, come ha detto Giovanni Paolo II, il bene che ha fatto a tutti noi ha seminato speranza”. Il padre di Libera porta all’anziana coppia la notizia delle scuse di Pecorella: “E’ importante, non tutti i politici lo fanno…dobbiamo riconoscerglielo, ha ammesso si aver detto parole al vento”. La donna annuisce, più tardi farà sapere di averle accettate. Ma la ferita si è riaperta. “Non li lasceremo mai soli”, ribadisce don Ciotti. “Don Peppe ha legato la testimonianza cristiana con la responsabilità civile, ha aiutato la sua comunità a salire sui tetti e a gridare parole di vita”. “Per amore del mio popolo non tacerò”, è la frase del profeta Isaia che don Peppe aveva usato per un appello contro i clan. Don Ciotti la ricorda ai ragazzi assiepati nella stalla, loro cantano la canzone dei Modena City Ramblers dedicata a Peppino Impastato: “Uno due tre dieci cento passi…”. Il sacerdote quasi si commuove: “Ecco il frutto che ha seminato don Peppe, questa cooperativa, la vostra presenza, non è morto invano, ci ha passato il testimone”. Una preghiera sulla tomba nel cimitero di Casal di Principe: “Siamo venuti qui per sussurrargli che lui vive in ciascuno di noi, che ci accompagna nella faticosa marcia verso la giustizia”. Da giugno a settembre i ragazzi passati nel podere confiscato di Castel Volturno saranno oltre 400. Lavoro nei campi al mattino, lezioni sulla legalità al pomeriggio. E dall’autunno arriverà la cooperativa: previsti 12 dipendenti, tutti da assumere con regolare bando, mentre da luglio i terreni confiscati nel casertano sono arrivati a 60 ettari. Arriva anche Beppe Giulietti, parlamentare e portavoce di Articolo 21, insieme a Lorenzo Diana, ex deputato ds e memoria storica della lotta alla camorra. “Perché la Rai non ricorda don Diana?”, domanda Giulietti che ha appena lanciato un appello sul sito dell’associazione. “Perché la fiction su don Diana, annunciata due anni fa, è scomparsa?”. Carlo Lucarelli fa sapere che dedicherà in autunno una puntata del suo “Blu Notte” al sacerdote. Quanto alla fiction, e visti i chiari di luna in Rai, ci sarà da attendere anni. Nella migliore delle ipotesi.

Fonte: L'Unità

04 agosto 2009

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