Domani a Roma per tracciare nuovi “comportamenti” politici e sociali
Davide Imola
E’ possibile utilizzare la rete di esperienze virtuose diventando dei moltiplicatori di buone pratiche per far vedere un’alternativa reale ed efficace… Domani a Roma vieni anche tu!
La crisi della politica come strumento di soluzione dei problemi posti dalla società a partire da chi vive le difficoltà più alte è sotto gli occhi di tutti. L’incapacità di questa classe dirigente, non solo partitica ma anche economica, sindacale e spesso anche sociale di interpretare i cambiamenti e le necessità di ogni singolo individuo e di provare collettivamente a dare risposte responsabili ma concrete e volte alla coesione sociale sono elementi fondamentali da analizzare e affrontare.
In questa situazione l’impegno civile e la responsabilità di ognuno di noi diventa fondamentale e non possiamo continuare a fare del nostro meglio, ognuno nel nostro campo d’intervento, senza che ciò abbia il giusto peso negli atti che rendono poi un luogo di lavoro, un quartiere, una città, un paese, migliore e più capace di usare tutte le sue energie migliori per costruire assieme percorsi virtuosi e risposte efficaci, condivise, coinvolgenti e volute. Allora che si fa e come?
La crisi della politica è la conseguenza del decadimento e dell’imputridire dei comportamenti individuali dei politici ma anche dei cittadini. La mancanza di vergogna quando si portano alla luce comportamenti sbagliati. Il machiavellismo imperante per cui ogni cosa diventa giustificabile dal fine del potente di turno con i cittadini chiamati solo a far i tifosi.
La mancanza d’indignazione quando emergono azioni lesive della dignità di altri esseri umani o volti contro la collettività. La ricerca, ognuno nel suo piccolo, di scappatoie di micro illegalità.
La presenza di comportamenti autoritari e verticistici per eludere comportamenti democratici certamente più faticosi. Gruppi dirigenti che in nome della democrazia “leaderistica” che oramai ha fatto breccia in tutte le strutture sociali del nostro paese premiano servi sciocchi e mortificano il merito e la competenza perché più scomoda.
Sono necessarie idee forti sui comportamenti corretti che gli uomini e le donne presenti nei partiti, nei sindacati e in tutte le organizzazioni sociali e di rappresentanza devono tenere. Servono, ad esempio, proposte convincenti su come applicare finalmente l’Art 39 della Costituzione sui comportamenti e le modalità del fare politica.
La conseguenza di ciò è ritornare ad avere comportamenti censurabili collettivamente per i quali ci si debba vergognare e scandalizzare e comportamenti virtuosi premiati e sostenuti dalla collettività e dalla società civile responsabile.
Grazie all’emergenza in cui versa l’informazione del nostro paese e all’emergenza democratica in cui versano le istituzioni oramai anche i fatti e i comportamenti più gravi vengono rappresentati come normali negando ogni evidenza e di quelli virtuosi da cui trarre esempi alternativi e positivi non ci parla quasi nessuno.
Responsabilità Civile vuole “valorizzare gli elementi della buona politica …”.e “allargare lo spazio di cittadinanza politica di chi fa una buona politica senza fare politica …”.
Condividendo un concetto così ampio dell’impegno politico è, a mio avviso, indispensabile che chi si propone di cambiare i comportamenti della politica e dei partiti abbia le idee chiare sui comportamenti da tenere, sulle modalità di reale condivisione democratica, di responsabilità individuale e collettiva, sull’essenzialità del buon esempio, sul primato delle competenze e della meritocrazia quando si entra nel merito di temi specifici e complessi.
Vittorio Foà, nei mesi precedenti la sua scomparsa, ci ha esortato ripetutamente a tener fede a all’onere dell’esempio e della coerenza che una classe politica e chiunque abbia delle responsabilità verso la collettività è indispensabile che abbia e che manifesti pubblicamente.
Sull’incoerenza e sugli esempi negativi, oltre che sull’individualismo e sulla voglia di prevalere di alcuni, si sono infranti numerosi tentativi di far emergere una classe politica che si accreditava come nuova, a volte come l’anti politica e poi, nel concreto, adottava gli stessi comportamenti distorti e sbagliati di chi stava contestando.
E’ possibile utilizzare la rete di esperienze virtuose, che a volte sono speciali nella loro normalità ed altre volte sfiorano l’eroismo, diventando dei moltiplicatori di buone pratiche per far vedere un’alternativa reale ed efficace: nel gestire le politiche migratorie come nel tutelare i lavoratori precari; nel garantire una sanità buona e gratuita o come gestire pluralmente o correttamente i mezzi d’informazione; su come gestire onestamente e fruttuosamente le imprese o come sostenere e valorizzare la cultura …
Queste esperienze sono migliaia come migliaia sono le donne e gli uomini che contribuiscono, con il loro esempio, a realizzarle dimostrando ogni giorno che una politica diversa è possibile.
Io credo che abbiamo l’opportunità di mettere in rete queste esperienze e di utilizzarle come moltiplicatore informativo diffuso capillare. Possiamo dimostrare come si possono affrontare in modo positivo, concreto ed efficace anche i problemi che, in alcuni contesti, appaiono difficilissimi da superare.
Possiamo agire da moltiplicatore di pensieri e proposte con un confronto aperto e dove le competenze siano valorizzate. Possiamo metterci in rete promuovendo un nuovo codice dei comportamenti della politica e dei cittadini moltiplicando le energie e le idee, attorno ad un’idea di politica diversa che chiama in causa le responsabilità di ognuno da quelle individuali a quelle collettive.
Un'energia pulita che scaturisce da una rete di cittadini che discutono, si sostengono, si informano, e, facendosi moltiplicatori e portatori di idee e di energie umane le indirizzano verso le organizzazioni di rappresentanza istituzionale, politica e sociale affinché adottino dei modi d’agire virtuosi pari a quelli che siamo disposti ad usare noi dando il buon esempio.
Possiamo diventare un moltiplicatore di quel protagonismo individuale di cui si sente tanto il bisogno e di cui sono presenti segnali visibili sia nella politica che tra i movimenti spontanei di cittadini. Si sente il bisogno di un luogo dove il protagonismo individuale di ogni individuo non sia mortificato o sottoposto a ricatti e filtri, ma diventi un luogo in cui ognuno possa trovare spontaneo e gratificante contribuire a fare una “buona politica”.
Fonte: http://responsabilitacivile.blogspot.com/
1 marzo 2010