Disoccupazione, l’appello del Papa: "Una ferita, servono soluzioni urgenti"


Corriere.it


"L’Europa sappia sempre valorizzare il patrimonio di principi e di ideali cristiani". Benedetto XVI a Cassino: "Solidarietà ai lavoratori in difficoltà, precari, disoccupati o in cassa integrazione".


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Disoccupazione, l'appello del Papa: "Una ferita, servono soluzioni urgenti"

CASSINO (Frosinone) – Solidarietà ai lavoratori in difficoltà per la crisi economica, precari, disoccupati o in cassa integrazione: ad esprimerla è Benedetto XVI, durante l'omelia della messa celebrata domenica mattina a Cassino, dove ha sede, fra l'altro, un grande stabilimento della Fiat. «So quanto sia critica la situazione di tanti operai» ha detto il Papa, invitando «a ricercare, con il contributo di tutti, valide soluzioni alla crisi occupazionale». A poco più di una settimana dal suo ritorno dalla Terrasanta, Benedetto XVI affronta un nuovo appuntamento, una visita di un solo giorno a Cassino e all'abbazia di Montecassino. Un viaggio breve, a soli 130 chilometri da Roma ma, per il Pontefice, denso di significati spirituali e non solo, legati soprattutto alla figura di san Benedetto.

AI GIOVANI SENZA LAVORO: «LA CHIESA NON VI ABBANDONA» –
Nell'omelia Ratzinger ha preso spunto dall'importanza attribuita al lavoro dalla spiritualità benedettina, per esortare a «umanizzare il mondo lavorativo». Il Pontefice ha anche elogiato la comunità locale «che cerca di stare a fianco dei numerosi lavoratori della grande industria presente a Cassino e delle imprese ad essa collegate. So quanto sia critica la situazione di tanti operai» ha detto Benedetto XVI. Il Pontefice ha poi espresso solidarietà «a quanti vivono in una precarietà preoccupante, ai lavoratori in cassa integrazione o addirittura licenziati. La ferita della disoccupazione che affligge questo territorio – ha proseguito – induca i responsabili della cosa pubblica, gli imprenditori e quanti ne hanno la possibilità a ricercare, con il contributo di tutti, valide soluzioni alla crisi occupazionale, creando nuovi posti di lavoro a salvaguardia delle famiglie». «Penso poi ai giovani che fanno fatica a trovare una degna attività lavorativa che permetta loro di costruirsi una famiglia. Ad essi – ha concluso – vorrei dire: non scoraggiatevi, cari amici, la Chiesa non vi abbandona». Alla messa del Papa a Cassino assistono, fra gli altri, il segretario della Cisl Raffaele Bonanni e il presidente della Fiat, Luca Cordero di Montezemolo.

«ATTENZIONE A DEBOLI E IMMIGRATI» – Durante l'omelia, Benedetto XVI ha fatto anche riferimento alla casa di accoglienza per bisognosi, rivolta soprattutto agli immigrati, che ha poi inaugurato al termine della messa. Il Pontefice ha voluto «sottolineare l'attenzione all'uomo fragile, debole, alle persone disabili e agli immigrati». Rivolgendosi al popolo di Cassino, il Papa ha elogiato lo sforzo culturale avviato dalla comunità locale «teso a creare un nuovo umanesimo, fedeli alla tradizione benedettina». «Vi sono grato – ha detto – che mi diate la possibilità di inaugurare quest'oggi la Casa della Carità, dove si costruisce con i fatti una cultura attenta alla vita». «Non è difficile percepire che la vostra Comunità, questa porzione di Chiesa che vive attorno a Montecassino, è erede e depositaria della missione, impregnata dello spirito di san Benedetto, di proclamare che nella nostra vita nessuno e nulla devono togliere a Gesù il primo posto; la missione di costruire, nel nome di Cristo, una nuova umanità all'insegna dell'accoglienza – ha sottolineato il Pontefice – e dell'aiuto ai più deboli».

«PACE, UN DONO AFFIDATO ALL'IMPEGNO UMANO» – La pace «è un dono di dio» affidato, però, «all'impegno umano» ha detto anche Benedetto XVI durante il Regina Coeli recitato nella piazza principale di Cassino, a pochi giorni dal suo ritorno dalla Terrasanta. Nella Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina, che per volontà di Benedetto XVI la chiesa cattolica celebra il 4 maggio, lo stesso Papa ha rivolto il suo pensiero alla Repubblica popolare : «Il mio pensiero – ha detto il Pontefice – va a tutto il Popolo cinese. In particolare saluto con grande affetto i cattolici in Cina e li esorto a rinnovare in questo giorno la loro comunione di fede in Cristo e di fedeltà al Successore di Pietro».

NELL'ABBAZIA – L'abbazia di Montecassino, come «una quercia secolare», «sfrondata» dalla seconda guerra mondiale, ma poi «risorta più vigorosa, si eleva come silenzioso monito a rigettare ogni forma di violenza per costruire la pace: nelle famiglie, nelle comunità, tra i popoli e nell'intera umanità». Lo ha detto Benedetto XVI nell'omelia dei vespri celebrati nella basilica del monastero fondato da San Benedetto nel VI secolo, ricordando che «non a caso è la parola Pax ad accogliere i pellegrini e i visitatori alle porte di questa Abbazia». «San Benedetto – ha continuato il Papa che ha scelto il suo nome proprio in omaggio al santo – invita ogni persona che sale su questo Monte a cercare la pace e a seguirla: inquire pacem et sequere eam». «Alla sua scuola – ha aggiunto – i monasteri sono diventati, nel corso dei secoli, fervidi centri di dialogo, di incontro e di benefica fusione tra genti diverse, unificate dalla cultura evangelica della pace», un messaggio che i monaci hanno saputo diffondere «con la parola e con l'esempio». «Quasi a conclusione dell’odierna mia visita – ha detto Benedetto XVI – mi è particolarmente gradito sostare in questo luogo sacro, in questa Abbazia, quattro volte distrutta e ricostruita, l`ultima volta dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale di 65 anni fa». «Più di una volta – ha ricordato Ratzinger – ho avuto modo anch'io di godere dell'ospitalità dei monaci, e in questa Abbazia ho trascorso momenti indimenticabili di quiete e di preghiera». Nell’abbazia, ad esempio, Benedetto XVI trascorse alcuni giorni nel 2000, da cardinale, insieme al giornalista tedesco Peter Seewald per un libro-intervista intitolato «Dio e il mondo».

IL RUOLO DELL'EUROPA –
E durante i vespri, Benedetto XVI ha esortato l'Europa a saper «sempre valorizzare» il «patrimonio di principi e di ideali cristiani che costituisce un'immensa ricchezza culturale e spirituale», perseguendo «una fraternità autentica», e l'uomo accetti che «non può essere veramente felice senza Dio». Il Papa ha poi invitato i monaci, e non solo, a «proseguire l'opera di evangelizzazione e di promozione umana» del patrono d'Europa.
 
LA PREGHIERA PER «I CADUTI DI OGNI GUERRA» –
Al cimitero militare polacco, ultima tappa della sua visita pastorale a Montecassino, Benedetto XVI ha invocato l'abbraccio di Dio non solo per i caduti della seconda guerra mondiale ma per «i caduti di ogni guerra che ha insanguinato la terra», auspicando che «gli uomini del nostro tempo» «lavorino instancabilmente» per «un mondo di pace». Davanti alle tombe di 1.052 soldati polacchi morti nella primavera del 1944 sul fronte di Cassino, già meta di un commosso pellegrinaggio di papa Wojtyla, Benedetto XVI ha recitato una preghiera. Oltre a invocare l'abbraccio divino non solo per «i caduti della guerra che qui ha infuriato», il pontefice si è riferito anche ai conflitti in corso. «Dona a quanti ancora soffrono a causa di guerre fratricide – recita la sua preghiera a Dio – la forza della speranza invincibile, il coraggio di quotidiane azioni di pace, l'operosa fiducia nella civiltà dell'amore». Papa Ratzinger ha infine auspicato che lo Spirito santo scenda «sugli uomini del nostro tempo, affinché comprendano che la pace è più preziosa di ogni tesoro corruttibile, e lavorino tutti insieme instancabilmente per preparare alle nuove generazioni un mondo dove regnino la giustizia e la pace».

Fonte: Corriere.it

25 maggio 2009

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