Discriminazioni idriche a Gerusalemme Est


Marta Fortunato - nena-news.globalist.it


Durante l’estate i quartieri di Gerusalemme Est in crisi idrica anche per le politiche discriminatorie attuate dalle autorità israeliane, denunciano attivisti e Ong.


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"Qui a Gerusalemme Est non abbiamo acqua in casa anche per dieci giorni di seguito mentre a pochi chilometri da noi, nella parte Ovest della città, la fornitura è continua, 7 giorni su 7, 24 ore su 24". Mahmoud Abu Ramlah vive al quindi piano di un appartamento a Kafr 'Aqab, un quartiere che fa parte della municipalità di Gerusalemme, ma che dal 2002 è stato tagliato fuori dal muro. "Spesso l'acqua arriva di notte solo per alcune ore quando la pressione è molto bassa, e non sempre abbiamo il tempo sufficiente per riempire le taniche e le cisterne".

Mahmoud fa parte di quei 90.000 palestinesi che vivono nella "parte cisgiordana" del muro ma sono residenti permanenti di Gerusalemme – e pertanto hanno la carta d'identità blu – , hanno accesso, senza restrizioni, alla città santa e al servizio sanitario nazionale e pagano le tasse ad Israele. Tuttavia da quando è iniziata la costruzione del muro dopo la seconda Intifada, questi quartieri, tra i quali rientrano Kafr 'Aqab, il campo profughi di Shu'fat e molti altri, si sono trovati "dalla parte sbagliata" della barriera e man mano la municipalità di Gerusalemme ha iniziato a fornire sempre meno servizi. Nello stesso tempo l'Autorità Palestinese non ha ottenuto il permesso di operare in queste aree. "La municipalità di Gerusalemme viene meno ai suoi doveri" ha spiegato a Nena News Osama Abu Armila capo del consiglio locale di Kafr 'Aqab – in questo quartiere regna l'anarchia: i rifiuti non vengono raccolti, la polizia non entra nel quartiere e non c'è nessuna manutenzione delle strade". Inoltre uno dei principali problemi che questi quartieri sono costretti ad affrontare è la mancanza di acqua.

A Gerusalemme ci sono due compagnie responsabili della fornitura idrica della città. La Jerusalem Water Undertaking (JWU) con base a Ramallah si occupa della parte settentrionale di Gerusalemme (Kafr 'Aqab, Beit Hanina e parti di Shu'fat). L'acqua proviene da Israele e la fornitura è di 85.000 metri cubi di acqua al mese per circa 4500 case – quantità non sufficiente per l'intera popolazione soprattutto d'estate quando il consumo aumenta e di conseguenza questi quartieri vivono una vera e propria crisi idrica. Israele si rifiuta di aumentare le quantità nonostante le richieste del JWU. Inoltre la manutenzione e la riparazione della rete idrica può avvenire solo dopo il rilascio di un permesso da parte delle autorità israeliane. Di conseguenza spesso in queste aree il sistema idrico è vecchio ed insufficiente a soddisfare le esigenze della popolazione palestinese.

Il secondo fornitore è la compagnia privata israeliana Hagihon, responsabile delle rimanenti aree palestinesi (come ad esempio i quartieri di Ras Khamis, Ras Shahada, Hashalom e il campo profughi di Shu'fat) e delle colonie israeliane all'interno di Gerusalemme. Anche se secondo regolamento [the Water and Sewage Company Law del 2001] questa compagnia "deve vendere e fornire l'acqua in maniera continua ed efficiente . ad ogni consumatore dell'area senza discriminazioni", nella realtà Hagihon, che dal 2003 è stata privatizzata, applica un prezzo più alto per i palestinesi (12.6 shekel al metro cubo per i contatori prepagati palestinesi contro i 6.7 shekel per le colonie israeliane, fonte EWASH). Inoltre, come per i quartieri serviti dal JWU, c'è una costante mancanza di acqua. Secondo quanto riferito dal quotidiano israeliano Haaretz, proprio a causa dell'esasperazione causata da un insufficiente accesso all'acqua, all'inizio dell'estate sono avvenuti dei veri propri scontri tra alcune famiglie. "La gente è stanca, stufa, non tollera più questa situazione. Le cisterne che abbiamo sui tetti non bastano più, abbiamo smesso di fare la doccia a casa e facciamo il bagno ai nostri figli solo una volta a settimana" ha dichiarato ad Haaretz Jamil Sanduqa, capo del comitato del quartiere di Ras Khamis – si tratta di una vera e propria discriminazione idrica se si considera che nella parte Ovest della città la fornitura è continua".

Fonte: http://nena-news.globalist.it/
21 Agosto 2012

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