Diritti Umani, rompere il silenzio


Lettera22


Il 2008 è l’anno dei diritti umani, ma in Italia manca ancora la Commissione indipendente richiesta dall’Onu. Una conferenza a Roma della Tavola della Pace e Articolo 21 per sensibilizzare istituzioni e mezzi di informazione


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Diritti Umani, rompere il silenzio

Nessuna celebrazione retorica per il 60° anniversario della dichiarazione dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite, ma un’occasione per investire in educazione alla pace a partire dal nostro paese, e rompere il silenzio di istituzioni e mezzi di informazione. E’ il progetto di Tavola per la Pace e Articolo 21 che, insieme a un gruppo misto di parlamentari, sono tornati a parlare oggi a Roma del ruolo italiano nella tutela dei diritti umani. Nei giorni scorsi la commissione Affari Esteri del senato ha approvato il documento che istituisce un comitato ad hoc per le manifestazioni a sostegno dei diritti umani previste per tutto il 2008. Dall’altra parte lo stallo del ddl in parlamento per la creazione della Commissione nazionale conferma l’Italia come unico paese europeo sprovvisto dell’autorità indipendente per il controllo e la promozione dei diritti umani richiesta dalle Nazioni Unite. “L’unico organo nel nostro paese che si occupa di diritti umani è il Comitato Interministeriale presso il ministero degli Esteri” spiega Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della Pace, “ma si tratta di un organo governativo che non può avere lo stesso ruolo di un’autorità indipendente”. Sul piano politico quindi si procede a rilento, e il dibattito si sposta sui mezzi di informazione, in particolare sul servizio pubblico della Rai, chiamato ad avere maggiore attenzione ai grandi temi della pace. Un impegno che il segretario di Usigrai Carlo Verna sente prioritario ma che non sempre trova spazio nella pianificazione aziendale. La memoria torna alla questione del dibattito in Rai propro negli ultimi mesi sui diritti dei lavoratori. “Ad aprile, ben prima della tragedia degli operai della Thissengroup – ricorda Verna – abbiamo chiesto una prima serata sulle condizioni dei lavoratori e sulle morti bianche, senza risultato”. Dopo i fatti di Torino il sindacato decide per un comunicato ufficiale mandato in onda durante i telegiornali. “Già il presidente Napolitano, del resto, all’inizio del suo mandato ha invitato i giornalisti a dedicare maggiore spazio ai diritti dei lavoratori. Invece – spiega Verna – manca ancora una politica adeguata alle responsabilità di un servizio pubblico di qualiutà”. Proprio ieri è stato approvato il piano editoriale della Rai, e nei prossimi giorni, quando sarà reso noto il documento ufficiale, inizierà il confronto con i sindacati. Un’occasione per vedere se nel riassetto delle testate ci sarà spazio per un nuovo corso.

Fonte: lettera22

25 gennaio 2008

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