"Dialoghi di pace" con i volontari Assopace in Kosovo
La redazione
L’Associazione per la Pace negli ultimi anni ha mantenuto una presenza di volontari e operatori in Kosovo. Attraverso il progetto “Dialoghi di Pace” ha promosso la mediazione e il dialogo tra giovani serbi e albanesi nella città divisa di Mitrovica.
In questi giorni una delegazione dell'Associazione per la Pace si trova a Mitrovica in Kosovo allo scopo di monitorare gli sviluppi della crisi attuale e di condividerne gli esiti con le popolazioni civili serbe e albanesi.
Il Kosovo: un altro stato etnico nei Balcani
I dirigenti kosovari hanno dichiarato unilateralmente l’indipendenza dalla Serbia: è nato un altro staterello etnico nei Balcani. In piena Europa si fa scempio del diritto internazionale, si contraddicono le risoluzioni dell’Onu, si disegnano nuovi confini, si crea un precedente che potrebbe diventare dirompente. Partendo dal concetto di autodeterminazione, diritto per altro sacrosanto, legandolo però alla etnia si apre una questione che rischia di aprire scenari inquietanti. Perché per gli Albanesi del Kosovo sì e per quelli della Macedonia no? E i Serbi della Bosnia non avrebbero anche loro diritto all’indipendenza? E gli ungheresi della Transilvania? E i Russi della Moldavia che già hanno un loro stato autoproclamato che si chiama Transnistria? E ancora i Ceceni, i Kurdi che da anni la chiedono e qui nell’Unione Europea i Baschi in Spagna, gli Scozzesi in Gran Bretagna, gli Irlandesi dell’Ulster, i Fiamminghi e i Valloni in Belgio, e perché no i cosiddetti “padani” di Bossi qui nel nostro paese? E la lista potrebbe continuare all’infinito.
Ancora una volta l’Unione Europea non ha saputo essere autonoma dalla politica estera americana che ha fortemente voluto l’indipendenza del Kosovo sapendo che questa avrebbe causato nuove divisioni in Europa ed un aumento di tensione nei confronti della Russia che questa indipendenza non voleva. Ora avremo in Europa un altro stato assolutamente non in grado di andare avanti con le sue gambe, privo dei minimi standard democratici, non ha nemmeno una costituzione, senza bandiera perché prende in prestito quella dell’Albania, con una dirigenza impresentabile, sempre sul filo dell’incriminazione presso il tribunale dell’Aja. e con una economia inesistente Sarà quindi uno stato totalmente assistito da ingenti finanziamenti internazionali che, come già abbiamo visto in questi anni, andranno ad alimentare le mafie locali che già controllano il mercato della droga, delle armi e del traffico di esseri umani.
Il Governo Italiano avrebbe potuto opporsi a questa situazione solo se avesse proseguito con forza ciò che ha fatto invece molto timidamente: chiedere cioè la continuazione dei negoziati con la Serbia che già aveva offerto al Kosovo una autonomia molto superiore a quella del nostro Alto Adige. Ma come sempre, come nel 1999 quando la Nato ha fatto una guerra, si diceva allora, per impedire la pulizia etnica degli albanesi da parte dell’esercito serbo senza poi però riuscire ad impedire la contropulizia etnica dei serbi alla fine dei bombardamenti, l’Italia si è adeguata; anche nel ‘99 purtroppo con un governo di centro sinistra con D’Alema, ieri Presidente del Consiglio, oggi Ministro degli Esteri.
Si poteva fare diversamente?
Nel 1991, all’inizio delle tragedie nella ex Jugoslavia, i pacifisti chiedevano uno sforzo politico perché tutti i Balcani venissero integrati nell’Unione Europea. Solo dentro un quadro di questo tipo forse le rivalità etniche e nazionali potevano trovare soddisfazione. Non si è fatto allora e non si sta facendo nemmeno ora. Speriamo solo che le contraddizioni che si aprono con questa proclamazione unilaterale di indipendenza non facciano esplodere nuovamente la violenza i quelle terre già martoriate.
di Gianni Rocco