Dalla crisi alla fiducia: il volontariato rilancia la sfida


Redattore Sociale


Il 4 e 5 dicembre a Roma l’assemblea del volontariato italiano. Associazioni riunite per rimettere in primo piano la “cultura del noi” in una società sempre più permeata di “egoismo, precarietà, incertezza, disaffezione alla politica.


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Dalla crisi alla fiducia: il volontariato rilancia la sfida

ROMA – Il volontariato si interroga sulla crisi non solo economica che sta attraversando l’Italia e propone nuove idee. L’occasione per condividere riflessioni e proposte sarà l’assemblea nazionale che si terrà venerdì 4 e sabato 5 dicembre a Roma (presso la Facoltà di Lettere e filosofia dell’università Roma Tre). A promuoverla sono il Forum nazionale del terzo settore con la propria Consulta del Volontariato, la Convol e Csvnet. L'assemblea non sarà un appuntamento formale, ma un'occasione di ascolto reciproco, il primo passo della riflessione sul Libro Verde del Terzo Settore promosso dal Forum, l'avvio di un percorso di consolidamento del ruolo delle organizzazioni di volontariato nazionali e locali e del loro rapporto con le istituzioni e la società. Il dibattito prenderà spunto da un documento di analisi della situazione attuale del paese che mette in evidenza tutti i problemi da affrontare.

"Il nostro Paese – si legge nel testo – attraversa una fase di acute criticità dal punto di vista sociale, politico, economico. Dal punto di vista sociale, da un lato sono sempre più vincenti i modelli culturali improntati a un individualismo egoistico e anti-sociale che stanno segando non solo il ramo sul quale poggia la cultura della solidarietà, ma l’intero albero della civile convivenza. E, se non si arresta e poi si inverte tale processo, a breve il volontariato in primis, ma anche tutto il terzo settore, saranno ancor più residuali di quanto non siano già oggi, semplicemente perché non vi saranno più persone dedite al volontariato, all’associazionismo. “Dall’altro lato – prosegue il documento – , il paese è sempre più vittima di paure, insicurezze e incertezze e si sta sempre più concretizzando la ‘società dell’incertezza’”. Non meno difficile il quadro politico, “a partire dalla così detta ‘disaffezione’, infatti, i dati segnalano che i cittadini perdono sempre più fiducia nei partiti e nelle istituzioni quali luoghi della responsabilità e del bene comune, capace di risolvere i problemi della collettività; vista quindi non più come servizio alla comunità ma solo come luogo di potere per interessi privati”. E non si può dimenticare la crisi, “non solo italiana ma mondiale che disvela pienamente i fallimenti del presente modello economico-finanziario, autonomo e autoreferente, senza regole né limiti. In sostanza il paese sta smarrendo la cultura del bene comune, il senso del ‘noi’ a vantaggio di uno sterile ‘io, io, io’”.

La crisi impatta evidentemente anche sul volontariato almeno su tre livelli: “Sul piano culturale quello dei valori, essendo quelli dominanti orientati all’io e non al noi; sul piano strutturale, rispetto alla precarizzazione del lavoro e della presente crisi economica che non favoriscono, e di fatto contrastano, la disponibilità dei cittadini, soprattutto dei giovani, all’azione pro-sociale; sul piano dell’azione, poiché rischiano di ridursi quei luoghi, quelle formazioni sociali dove i cittadini organizzati svolgono la loro personalità, così come anche riconosciuto dal dettato costituzionale. Ciò si riscontra ad esempio rispetto alla organizzazione del sistema di welfare, considerando la difficile transizione da quello tradizionale a quello mix plurale e della cittadinanza. Un welfare che risente della forte riduzione delle risorse per le politiche sociali e conseguente consapevole abbandono della Legge 328/2000”. ”E’ necessario denunciare i rischi di un ricorso al volontariato sostitutivo delle responsabilità e dei compiti pubblici. In particolare, la deriva economicista e prestazionale del volontariato rischia di snaturarlo, compromettendone l'autonomia e l'indipendenza. Queste derivano dalla gratuità dell'azione volontaria, dal suo eccedere il mercato ed alimentano la sua capacità profetica, che consiste nell'innovare e nello sperimentare. Va valorizzato il carattere proprio, non prestazionale ma relazionale del volontariato, la sua vocazione ad esprimersi attraverso la costruzione di relazioni tra mondi vitali”.

Info e programma: http://www.forumterzosettore.it

Fonte: Redattore Sociale

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