Dal Senato una proposta di legge per la messa al bando delle cluster bomb


Sen. Silvana Amati


E’ in atto a Dublino la Conferenza Diplomatica per la conclusione del negoziato. Tutta la comunità internazionale spinge per la soluzione di questo problema che vede ancora molte industrie impegnate nella produzione di armi a grappolo.


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Dal Senato una proposta di legge per la messa al bando delle cluster bomb

Due eventi di questi giorni pongono un'attenzione particolare sul tema della messa al bando delle bombe a grappolo.
E' in atto a Dublino la Conferenza Diplomatica per la conclusione del negoziato, e domenica Papa Benedetto XVI°, durante l'Angelus a Genova, ha espresso l'auspicio che proprio la Conferenza Internazionale possa giungere ad un accordo per l'interdizione di questi micidiali ordigni.
Alla Conferenza diplomatica partecipano i rappresentanti di oltre cento Stati membri delle Nazioni Unite. Numerosi sono i temi in agenda che prevedono inoltre che si stabilisca un quadro per l'assistenza ai sopravvissuti, che si fissi un programma di bonifica delle aree contaminate e che si provveda alla distruzione delle riserve di queste armi.
Nel febbraio 2007, è stata sottoscritta la dichiarazione di Oslo, e molto è stato fatto sempre nello scorso anno, con l'aiuto delle Nazioni Unite, del Comitato Internazionale della Croce Rossa, della Coalizione contro le bombe a grappolo, ed altre organizzazioni non governative.
Tutta la comunità internazionale spinge per la soluzione di questo problema che vede ancora molte industrie impegnate nella produzione di armi a grappolo e molti eserciti utilizzarle.
Le munizioni cluster sono armi di grandi dimensioni che si aprono a mezz'aria spargendo ad ampio raggio centinaia di submunizioni più piccole.
Queste armi sono in grado di distruggere obiettivi ampi e risultano efficaci contro bersagli in movimento o di cui non si conosce la posizione precisa.
Le submunizioni sono progettate in modo da esplodere al momento dell'impatto al suolo, a differenza delle mine antipersona che sono progettate per essere attivate dal contatto con la vittima.
Nei casi in cui le submunizioni non funzionino come previsto, esse sono ancora più pericolose e possono esplodere al minimo tocco o spostamento, diventando così di fatto mine antipersona.
Il tasso di mancata esplosione dichiarato dalle case produttrici è del 5%, ma in realtà i dati raccolti sul campo segnano indici molto più alti, anche fino al 20-25 %.
Un esempio: nella seconda guerra del Golfo, le forze USA hanno utilizzato 10.728 munizioni cluster per un totale di circa 1.800.000 submunizioni.
Se anche quelle inesplose fossero soltanto il 5%, si tratterebbe comunque di 90.000 ordigni letali disseminati sul terreno con il dato aggiuntivo che queste submunizioni uccidono con più frequenza ed in un raggio ben superiore rispetto alle mine antipersona.
L'Italia è uno degli almeno 57 Paesi al mondo che hanno nel proprio arsenale munizioni cluster e l'Italia ha inoltre partecipato a missioni internazionali nelle quali è stato fatto uso, da parte delle forze alleate, di munizioni cluster (ad esempio in Kossovo).
Il nostro Paese inoltre, risulta produttore.
Sempre il nostro Paese ha avuto nel 1999 anche una prova degli effetti di questi ordigni quando sono state rilasciate, da aerei NATO, dopo le missioni in Serbia e in Kossovo, in manovre di emergenza, più di 200 bombe in Adriatico comprese alcune bombe a grappolo contenenti a loro volta centinaia di submunizioni.
In conseguenza di questo si sono verificati incidenti a carico della marineria da pesca che ha trovato nelle sue reti diversi ordigni impigliati.
Le operazioni di bonifica, iniziate nel maggio '99, hanno consentito di ripescare decine di submunizioni ed ancora non è noto se tutti gli ordigni siano stati rimossi.
Per tutto questo insieme di cose è sembrato opportuno a me e ad altri colleghi Senatori, proporre un Disegno di Legge a titolo: "modifica alla legge 29/1997 n° 374, recante norme per la messa al bando delle mine antipersona" recuperando una precedente iniziativa legislativa del Senatore Nuccio Iovene.
Lo scopo che ci proponiamo è quello di includere tutte le munizioni cluster o submunizioni delle bombe a grappolo, che hanno effetti assimilabili a quelle delle mine antipersona nella definizione di mine antipersona, di cui all'articolo 2 comma 1 della legge n° 374 del 1997.
Sarebbe certo un bel segnale se il Senato della Repubblica, approvasse in tempi brevi questa norma che evidentemente metterebbe l'Italia in sintonia con gli indirizzi della Conferenza di Dublino, con l'auspicio di Benedetto XVI° e con tutte le donne e gli uomini che credono nel rispetto dei fondamentali principi umanitari.

Sen Silvana Amati

Roma, 20 maggio 2008

In allegato il Disegno di legge sulla moratoria delle cluster bomb

scarica l’allegato

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