Dal Molin, via ai blocchi. Investito da un’auto un pacifista
Orsola Casagrande
Sono cominciati nella notte i blocchi davanti agli ingressi dell’aeroporto Dal Molin di Vicenza dove gli Stati Uniti vorrebbero costruire una seconda base militare, con il placet del governo di centrosinistra. Pubblichiamo l’articolo di Orsola Casagrande.
Sono cominciati nella notte i blocchi davanti agli ingressi dell’aeroporto Dal Molin dove gli Stati Uniti vorrebbero costruire una seconda base militare, con il placet del governo di centrosinistra. E purtroppo c’è già da registrare il nervosismo di qualcuno. Un militare italiano, stando alle ricostruzioni dei presenti, è uscito in auto dall’aeroporto e ha continuato a procedere contro la folla. Tre ragazzi sono riusciti a evitare l’auto gettandosi in un fosso. A quel punto il militare avrebbe puntato dritto verso uno dei giovani più conosciuti del presidio, prendendolo in pieno. Il ragazzo è stato ricoverato per un lieve trauma cranico. Gli avvocati presenti ai blocchi hanno annunciato una denuncia per tentato omicidio. Insomma, i blocchi, com’era prevedibile, sono cominciati tra le tensioni. E non certo alimentate dai cittadini che anzi erano pacificamente intenzionati a passare la notte all’addiaccio. Colorati e creativi come sempre i cittadini avevano cominciato a allestire le strutture di fortuna per il “presidio in trasferta”, quando è avvenuto il gravissimo episodio. La giornata era cominciata con un’assemblea affollatissima al presidio permanente. Al termine i partecipanti hanno deciso ieri sera di passare dalle parole ai fatti e di cominciare a bloccare le entrate all’aeroporto. Molti gli interventi, tutti concordi della necessità di avviare i blocchi. Dal presidio sono partiti in cinquecento alla volta del Dal Molin. Due i blocchi che si sono costituiti, uno in strada Sant’Antonio e l’altro in via Ferrarin a chiudere i due ingressi all’aeroporto. I presidianti hanno cominciato ad allestire le strutture per la notte e più in generale per una permanenza che si preannuncia lunga. Sono stati allestiti gazebo, tende, tavoli, mentre panche e altri oggetti sono stati posizionati a bloccare gli ingressi. Gli abitanti delle zone vicine all’aeroporto hanno cominciato già nella notte a portare solidarietà e generi di conforto agli occupanti.
Di fronte al silenzio del commissario Paolo Costa, nominato dal governo come supervisore della questione Dal Molin, i cittadini hanno dunque deciso di cominciare con i blocchi. Anche perché i lavori di bonifica del terreno ( nell’area ci sono infatti centinaia di ordigni bellici) sono ormai cominciati. E Costa ha continuato a tacere. Il presidio, in una fiaccolata che si è svolta sabato scorso, aveva lanciato un ultimatum al commissario governativo che avrebbe dovuto dire se la bonifica è funzionale ad un utilizzo civile dell’aeroporto oppure no. Ormai abituati al silenzio del governo, i cittadini hanno deciso di andare avanti nella loro protesta. E da oggi, dunque l’appello del presidio permanente è rivolto a tutta la cittadinanza e a quanti vogliano portare la loro solidarietà ai blocchi e agli “anomali picchetti”. “Perché l’intenzione – confermano i no Dal Molin – è quella di rimanere davanti a questi cancelli a lungo”.
di Orsola Casagrande
Fonte il Manifesto 07/10/2007