Crisi dei sottomarini, la Francia critica sul futuro della Nato


La Stampa


Sale la tensione dopo il patto Aukus, l’accordo tra Australia, Regno Unito e Usa, per la fornitura di sottomarini a propulsione nucleare che ha sfilato a Parigi una commessa miliardaria.


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Sale la tensione dopo il patto Aukus, l’accordo tra Australia, Regno Unito e Usa, per la fornitura di sottomarini a propulsione nucleare che ha sfilato a Parigi una commessa miliardaria. La Francia, dopo aver richiamato i propri ambasciatori a Canberra e Washington ha alzato i toni, affidando al ministro degli esteri Jean-Yves Le Drian parole durissime: «Menzogne, doppiezza e rottura grave, che peserà sulla Nato», ha ammonito il capo della diplomazia. «In una vera alleanza ci si parla, ci si rispetta. Non è stato così», ha aggiunto il ministro. «Per la prima volta nella storia fra gli Usa e la Francia – ha continuato – abbiamo richiamato il nostro ambasciatore per consultazioni. E’ un atto politico pesante che rappresenta la gravità della crisi fra i nostri due paesi e con l’Australia». Il metodo del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden «ricorda quello del presidente Trump, senza i tweet» ha aggiunto Le Drian, ai microfoni di France 2, commentando la crisi aperta dal patto anti-Cina tra Usa, Australia e Gran Bretagna, suggellato dalla cancellazione di un’intesa che era stata siglata da Canberra per l’acquisto di sottomarini francesi per 66 miliardi, a favore di forniture americane.

E mentre Canberra risponde sottolineando che «Parigi sapeva delle nostre riserve prima della rescissione del contratto», scende in campo anche il presidente americano con l’annuncio di una prossima telefonata a Emmanuel Macron. Joe Biden da giorni glissa ogni commento, ma secondo quanto reso noto dall’Eliseo ha chiesto di parlare con il presidente francese. Da parte di Macron ci sarà «la richiesta di un chiarimento», ha spiegato il portavoce del governo francese Gabriel Attal alla BFMTV: «Vogliamo spiegazioni» su quello che «è simile a una grave violazione della fiducia», ha aggiunto confermando un appuntamento telefonico «nei prossimi giorni».

La dura presa di posizione francese è rimbalzata nelle cancellerie dei Paesi sponsor dell’accordo Aukus. Comprese le parole ironiche riservate da Le Drian al Regno Unito («inutile il richiamo anche dell’ambasciatore francese a Londra» visto che «è ben noto il loro permanente opportunismo») , da dove la neo-ministra degli Esteri del governo Johnson, Liz Truss, si è limitata a difendere l’approccio di Londra. Il Patto Aukus mostra come la Gran Bretagna sia «testarda nel difendere i nostri interessi e il nostro impegno per la sicurezza e la stabilità della regione indo-pacifica», ha detto.

La prima a reagire è stata Canberra. Il primo ministro australiano, Scott Morrison, e il ministro della Difesa, Peter Dutton, hanno spiegato in termini netti che i francesi erano stati messi al corrente che l’Australia non era convinta di poter onorare fino in fondo il contratto con Naval Group: «I francesi avrebbero avuto tutte le ragioni di sapere che avevamo profonde e gravi riserve sul fatto che le capacità del sottomarino classe Attack non rispondevano ai nostri interessi strategici – ha detto in una conferenza stampa Morrison – e noi avevamo chiaramente indicato che avremmo preso una decisione basata sul nostro interesse strategico nazionale. E non rinnego questa decisione di mettere al primo posto l’interesse nazionale dell’Australia, non la rinnegherò mai».
Per il premier, «i sottomarini a propulsione nucleare (di fabbricazione americana, ndr) hanno in particolare maggiore autonomia rispetto a quelli a propulsione convenzionale (francesi)». «Siamo stati franchi, aperti e onesti» ha rincarato il ministro Dutton, aggiungendo che l’accordo aveva “superato il budget” previsto ed era “in ritardo di anni”. Dutton afferma di averne parlato personalmente alla collega francese Florence Parly.

Parole che hanno innescato l’immediata controreplica di Parigi: «Non siamo mai stati messi al corrente delle intenzioni australiane – ha detto la Parly a margine di una visita a Niamey – le affermazioni di Dutton sono inesatte». Da parte americana, si è aperto il primo spiraglio con «il presidente Joe Biden che ha chiesto di parlare al presidente della Repubblica Emmanuel Macron», ha detto Attal precisando che Parigi vuole sapere come gli Usa «intendano uscire da questo contratto», parlando eventualmente di «compensazioni».

Intanto un vertice tra i ministri della Difesa di Francia e Gran Bretagna è stato cancellato in seguito allo scontro diplomatico nato dalla nuova alleanza anti-cinese tra Usa, Australia e Regno Unito, suggellata dalla cancellazione di un’intesa da 66 miliardi di dollari per l’acquisto di sottomarini francesi che Canberra ha annullato a favore di forniture americane. Lo riporta il Guardian. Il summit tra Ben Wallace e Florence Parly avrebbe dovuto svolgersi la settimana prossima, a conclusione del Consiglio franco-britannico. Peter Ricketts, copresidente del Consiglio, ha confermato che l’incontro è «rimandato a data da destinarsi».

Timidi segnali di distensione anche dal portavoce del dipartimento di stato americano, Ned Price, il quale ha ricordato che «la Francia è un partner vitale e il nostro più antico alleato. Consideriamo estremamente preziose le nostre relazioni», ha aggiunto. Sotto i riflettori anche l’assenza di Macron questa settimana all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ma l’Eliseo ha tenuto a sgomberare subito il campo dalle illazioni questo pomeriggio. Una portavoce della presidenza, interpellata sull’assenza del presidente ha spiegato che «a New York ci sarà il ministro degli Esteri, che rappresenterà il presidente all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. E’ stato previsto esattamente così da due settimane».

La Stampa
19 settembre 2021

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