Cresce la paura per l’economia, ma in tv si dà spazio solo alla criminalità
Francesca Bussi
E’ stato presentato oggi a Riccione al Premio Ilaria Alpi ilprimo report dell’Osservatorio europeo sulla sicurezza, elaborato da Fondazione Unipolis, Demos & Pi e Osservatorio di Pavia.
Quanto fa paura una notizia? Quanto influenza l’opinione pubblica il rapporto fra sicurezza, percezione e realtà? L’interrogativo ha molte risposte, una – tra tante, ma questa volta supportata da dati scientifici – viene dal primo report dell’Osservatorio europeo sulla sicurezza, elaborato da Fondazione Unipolis, Demos & Pi e Osservatorio di Pavia e presentato oggi a Riccione al Premio Ilaria Alpi.
“L’Osservatorio nasce proprio per indagare la realtà della sicurezza, la sua notiziabilità e, di conseguenza, la sua percezione – spiega Walter Dondi, consigliere delegato della Fondazione Unipolis -. Dopo tre anni di rapporti sull’Italia, abbiamo deciso di estendere l’indagine anche agli altri paesi europei, confrontandoli con il nostro”. Attraverso l’analisi dei maggiori organi di informazione televisiva italiani ed europei, quindi, l’Osservatorio pubblicherà nel corso dell’anno rapporti periodici sull’evoluzione delle paure dei cittadini, sia dal punto di vista sociale (lavoro, risparmio, ambiente, ecc.), sia dal punto di vista dell’incolumità personale (criminalità, terrorismo, ecc.).
Il dato principale che emerge dal report è il cambiamento di prospettiva e di gerarchia che i temi della sicurezza occupano nella società italiana. Oggi le preoccupazioni legate all’economia e alla disoccupazione, infatti, sono al primo posto nell’opinione pubblica, in allineamento con l’Europa. Un’inversione di tendenza rispetto al periodo 2007-2008, quando invece le paure legate alla criminalità e all’immigrazione erano prevalenti. Eppure questo cambiamento non è stato rispecchiato dai media del nostro paese, dove le notizie di reato continuano a dominare l’agenda dei telegiornali.
“In Italia il Tg1, continua a dedicare la maggior parte delle sue notizie ansiogene ai reati criminali – aggiunge Antonio Nizzoli, direttore dell’Osservatorio di Pavia -. Negli altri paesi, invece, un reato guadagna il prime time solo se è eclatante o se può produrre una riflessione su determinati argomenti”. Basti considerare che le notizie di criminalità sono distribuite su quasi tutte le edizioni del Tg1 e, nel primo trimestre del 2010, sono solo 6 le giornate senza criminalità, contro le 32 della Bbc, le 36 di Tve, le 56 di France 2 e le 69 di Ard. Sempre nello stesso lasso di tempo, le notizie su reati criminali date da Rai1 sono state in tutto 239, contro le 109 di Tve, le 79 della Bbc, le 42 di France 2 e le 24 di Ard.
E questo non perché il nostro sia un paese particolarmente pericoloso. “È la cosiddetta ‘bolla criminalità’ – continua Nizzoli -. I reati diminuiscono ma la loro percezione aumenta in base ai servizi dei mass media”. Nel nostro paese, quindi, il divario tra percezione e rappresentazione mediatica è particolarmente evidente. Infatti, nonostante secondo i cittadini nell’agenda di governo andrebbe messa al primo posto la lotta alla crisi economica e alla disoccupazione (dato allineato alla media europea), il Tg1 dedica a questa tematica solo il 4% delle notizie. “Quando analizziamo il tema della sicurezza le domande che ci poniamo sono due: se siamo insicuri, di chi è la colpa? Ci guadagna qualcuno dalla nostra sicurezza? – conclude Ilvo Diamanti, direttore scientifico di Demos -. Non esiste una risposta univoca, ma noi, come Osservatorio, cercheremo comunque di fornirne qualcuna”.
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19 Giugno 2010