Cooperazione, il solito ultimo posto


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Nel 2012 l’Italia ha devoluto solo l’0,13% del Pil, collocandosi in coda alla classifica insieme alla Grecia. E per il futuro? “Finanziamola tassando le transazioni finanziarie”.


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tanzania

L’Italia è uno dei paesi europei che ha tagliato maggiormente gli aiuti nel 2012 – arrivando a devolvere un misero 0,13% del proprio PIL allo sviluppo, collocandoci nella coda della classifica, assieme alla Grecia.  È uno dei dati che emerge dai dati Ocse sugli aiuti dei paesi donatori ai paesi in via di sviluppo relativi al 2012.

“A questo punto, avendo toccato il fondo nella lotta alla povertà, viene da dire, l’Italia non può che risalire”,  sottilinea Marco De Ponte, Segretario Generale di ActionAid Italia nel suo Blog Depontifando su Vita.it, “ma è evidente come questo non possa avvenire senza un intervento di tutte le istituzioni per far ripartire la cooperazione allo sviluppo nel nostro Paese”.

“È necessario”, aggiunge De Ponte, ” che vengano riattivati al più presto tutti gli organi parlamentari e governativi, per riprendere iniziative fondamentali per il rilancio della cooperazione, a partire dalla riforma della legge sulla cooperazione e dall’approvazione del Documento di Economia e Finanza”.

Concorda Elisa Bacciotti, Direttrice Campagne di Oxfam Italia.”il 2013 ha già segnato un cambiamento di rotta per l’Italia che, sotto la guida del primo ministro della Cooperazione Internazionale della storia repubblicana, ha parzialmente aumentato il volume totale degli aiuti. Chiediamo al nuovo Parlamento – di confermare questo trend positivo nel 2014 e nei prossimi anni.”

L’esempio da seguire è quello del Regno Unito, paese colpito in modo pesante dalla crisi economica che ha tuttavia deliberato nelle scorse settimane l’impegno di destinare lo 0,7% del proprio PIL in aiuto pubblico allo sviluppo, ottemperando all’impegno che la comunità internazionale ha preso in sede ONU nel 1970. “Questo dimostra che mantenere gli impegni verso i più poveri così – come tagliarli – è una questione di volontà politica” ha aggiunto Bacciotti.

Anche sul tema degli strumenti innovativi per finanziare lo sviluppo l’Italia può fare molto. “Oltre a sostenere il progetto di una tassa sulle transazioni finanziarie europea, l’Italia ha introdotto una prima forma di tassazione sulle  transazioni finanziarie (TTF) – in vigore dal primo marzo scorso. – aggiunge Bacciotti – Oxfam Italia e molte altre organizzazioni chiedono che i proventi di questa tassa vengano utilizzati anche per finanziare la lotta alla povertà e al cambiamento climatico globale, perché l’aiuto non è carità, ma un investimento cruciale per costruire un futuro migliore e più giusto”. La TTF italiana prevede la raccolta di un gettito di circa 1 miliardo, mentre l’adozione di una TTF europea se introdotta anche solo in 11 Stati Membri raccoglierebbe un gettito stimato intorno ai 35 miliardi di euro.

Fonte: www.vita.it
4 aprile 2013

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