Contro l’esclusione “subito una politica europea per l’educazione”
Redattore Sociale
Il comitato economico e sociale europeo chiede a gran voce impegni concreti alla Commissione europea contro l’esclusione sociale. Revelli: “Una famiglia operaia su tre è povera”.
FIRENZE – Si sta avviando alla conclusione la seconda giornata di lavori della conferenza biennale del comitato economico e sociale europeo, dedicata al tema della formazione come strumento per superare l’esclusione sociale e in corso all’Istituto degli Innocenti di Firenze. Numerosi gli autorevoli interventi da tutta Europa che si sono succeduti tra ieri e oggi, in attesa dell’arrivo di domani del presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso. Tra i relatori c’è stato l’ex ministro dell’istruzione ed europarlamentare Luigi Berlinguer, che ha lanciato la richiesta di “una politica europea per l’educazione” per superare le differenze nazionali e favorire l’inclusione sociale in modo omogeneo in tutta Europa. “Dobbiamo garantire il diritto al successo e non solo all’accesso – ha aggiunto Berlinguer – Nella società della conoscenza l’esclusione sociale è uno spreco”. Una richiesta raccolta anche dal comitato economico e sociale europeo, che propone come soluzione una nuova legislazione europea basata sull'educazione e sulla formazione. A tal fine sarà proposto al presidente della Commissione europea Barroso un ‘libro verde’ contenente le prime proposte per intervenire contro la povertà dei cittadini europei.
Presente agli incontri anche il sociologo Marco Revelli, che ha ricordato che l’Italia è al penultimo posto, prima soltanto della Polonia tra i 27 paesi europei, per le possibilità dei ragazzi provenienti da famiglie non istruite di portare a compimento gli studi. Revelli ha ribadito l'importanza del nesso povertà-istruzione, per cui “chi è povero per scarso reddito lo è anche dal punto di vista scolastico e ha scarse possibilità di uscire dalla povertà”. Oggi, secondo Revelli, “è comparsa una nuova figura in Europa, quella del lavoratore povero: in Italia una famiglia operaia su tre vive in condizioni di povertà relativa. Ormai la metà dei poveri sono lavoratori poco scolarizzati con almeno un figlio minore a carico. In Europa la scuola non riesce più a svolgere la sua tradizionale funzione di ascensore sociale. Revelli ha anche ammonito a non mettere in concorrenza i fondi per gli ammortizzatori sociali, tipo social card, con quelli per l'istruzione. “Sarebbe una catastrofe per il futuro del paese” ha detto.
Nell’ambito del workshop dedicato all’educazione come strumento di inserimento sociale, Mostafa el Ayoubi, direttore della rivista di informazione sociale Confronti, ha raccontato la sua esperienza nella gestione di un progetto per l’inserimento sociale di immigrati di religione musulmana nella società italiana. Il progetto ha previsto l’insegnamento della lingua e dell’educazione civica italiana in due moschee di Roma. “In questo caso la comunità di appartenenza ha svolto una funzione di integrazione invece che di segregazione”, ha spiegato El Ayoubi nel corso della conferenza.
Fonte: redattoresociale.it
21 Maggio 2010