Congo senza pace
La redazione
Rimane alta la soglia di preoccupazione dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) per la sicurezza della popolazione congolese di sfollati a Kibati a causa delle continue violazioni del carattere civile dei due campi gestiti dall’UNHCR a nord di Goma.
Rimane alta la soglia di preoccupazione dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) per la sicurezza della popolazione congolese di sfollati a Kibati a causa delle continue violazioni del carattere civile dei due campi gestiti dall’UNHCR a nord di Goma.
Nelle prime ore di questa mattina si è verificato un altro incidente: due giovani sono state colpite da armi da fuoco. Una bambina di 5 anni è morta e un’altra di 7 sta lottando per la vita in un ospedale locale. Mentre ieri sera un’altra donna è stata violentata da uomini armati nei pressi del campo di Kibati.
L’UNHCR sta portando avanti i trasferimenti volontari degli sfollati congolesi civili dai campi di Kibati – e lontano dall’area dei combattimenti – verso il nuovo campo di Mugunga III, a ovest di Goma, la capitale della Provincia di Nord Kivu. Ci sono circa 65.000 sfollati interni potenzialmente a rischio a Kibati, visto che i belligeranti mantengono la loro posizione vicino ai campi. Mugunga III è il quinto
campo gestito dall’UNHCR a ovest di Goma (gli altri sono Mugunga I e II, Bulengo e Buhimba).
La decisione di effettuare trasferimenti volontari degli sfollati interni temporaneamente alloggiati a Kibati è stata raggiunta attraverso un accordo tra il governo e le agenzie umanitarie, poiché la situazione nell’area resta precaria e il sito è diventato la linea di confine tra l’Esercito congolese e le forze ribelli.
Per ora l’UNHCR ha trasferito 616 famiglie, per un totale di 1.780 sfollati, presso i siti nell’area di Mugunga. Il numero di persone che vogliono trasferirsi da Kibati al nuovo sito di Mugunga III sembra essere in aumento visto che i primi due convogli in programma per questa mattina hanno trasferito più di 400 sfollati. La maggior parte deglisfollati interni alloggiati a Kibati arrivano da villaggi a nord di Goma e dall’ex campo provvisorio di Kibumba che ospitava circa 25.000
persone. A causa dell’apparente calma e nonostante i rischi checorrono, molti sfollati vogliono rimanere più vicino possibile alle loro aree d’origine.
All’arrivo a Mugunga III alle famiglie vengono riconsegnati i bagagli, teli di plastica, assi per costruire capanne e viene loro assegnato un appezzamento di terra su cui edificare i loro alloggi. Le famiglie sfollate che non sono in grado di terminare la costruzione delle capanne passeranno la prima notte in alloggi comuni dove avranno a disposizione legna da ardere per cucinare i loro pasti.
Finora i trasferimenti hanno riguardato famiglie che avevano bisogno urgente di alloggio, e che per ora sono sistemate in sovraffollati magazzini prefabbricati a Kibati. Ci sono sei magazzini del genere a Kibati – ognuno ospita almeno 1.500
persone.
I trasferimenti a Mugunga III dipendono anche dal completamento di alcuni lavori fondamentali al sito, che è stato allargato da 65 a 105 ettari e ora può ospitare circa 60.000 persone. Il terreno – dura roccia lavica – presenta grosse sfide logistiche per erigere l’accampamento.
Circa 15 alloggi comuni sono stati già completati, ognuno progettato per ospitare fino a 25 famiglie, o 100 persone, mentre l’UNHCR sta organizzando altri due magazzini prefabbricati che potranno ospitare 200 famiglie, o 1.000 persone, ciascuno. Due riserve idriche operative 24 ore su 24 sono già state completate per soddisfare le esigenze di acqua delle prime 6.000 persone nel sito. La costruzione dell’impianto idrico accresce la capacità per poter far fronte all’aumento di popolazione. Sono anche state completate un totale di 250 latrine, mentre altre 750 saranno pronte per la fine della settimana. Nel sito sono inoltre stati organizzati un centro medico per la cura dei malati e una stazione di polizia per la sicurezza degli sfollati e della proprietà.
Intanto l’UNHCR continua a fornire aiuti addizionali agli sfollati della Provincia del Nord Kivu. Durante questa settimana circa 2.500 set da cucina, 23.100 coperte e 1.364 rotoli di teli di plastica sono arrivati dal magazzino d’emergenza dell’UNHCR a Ngara, in Tanzania.
I combattimenti nella Provincia di Nord Kivu si sono intensificati alla fine del 2006. Già a gennaio del 2008 avevano fatto salire il numero di sfollati interni nella regione a più di 800.000. Da quando gli scontri sono ripresi in agosto, circa 250.000 civili sono stati costretti alla fuga, molti di loro erano già sfollati.
Fonte: www.unhcr.it