Con le bombe non costruiremo una società migliore in Afghanistan


Giovani amministratori della pace


I Giovani Amministratori per la pace: “Ritirare gli eserciti per far parlare altri attori con un’altra lingua è forse l’unica possibilità”.


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Con le bombe non costruiremo una società migliore in Afghanistan

Il dolore per la morte di altre quattro vite umane in una guerra mai dichiarata tra le montagne dell’ Afghanistan ci impone una riflessione forte sul senso della presenza militare occidentale in quel paese martoriato da un conflitto ormai trentennale.
La nostra presenza militare dopo nove anni è ormai percepita come una occupazione militare e gli incidenti tra le truppe nato e la popolazione civile non si contano ormai più.
Caricare di bombe i nostri aerei è un duplice errore: primo perché non ha nulla a che vedere con la difesa dei nostri militari a terra e secondo perché, oltre ad essere uno strumento militarmente inefficace per combattere forme di guerriglia, mieterà vittime tra i civili arruolando nuove leve tra le file dei Talebani.
Ritirare gli eserciti per far parlare altri attori con un’altra lingua è forse l’unica possibilità.
Le armi costano tanto, troppo, con quei soldi si possono fare molte cose contemporaneamente: si può far funzionare meglio l’Italia che sta scivolando nel baratro più profondo della crisi e insieme lavorare con la società civile afghana per una ricostruzione civile e sociale del paese.
Che la soluzione militare non sia servita lo dimostra il fatto incontestabile che dopo quasi un decennio i Talebani controllano la stragrande maggioranza del territorio afghano mentre il governo riconosciuto dall’occidente è rimasto ad amministrare poco più che la capitale.
Per questo  come Gap lavoreremo in tutte le sedi possibili per far prevalere la ragione alla barbarie, affinché cioè si investa in azioni di pace sia in Afghanistan che in Italia, perché c’è un sottile filo rosso che lega la violenza  in quel contesto di guerra con l’imbarbarimento che ogni giorno scopriamo penetrare anche tra di noi.
Costruire una cultura di pace e nonviolenza non è un semplice slogan ma una necessità e noi inizieremo a farlo a partire da questo fine settimana con la tre giorni su Diritti, Pace, Cittadinanza dal 15 al 17 Ottobre alla Scuola di Pace di Monte Sole (Marzabotto).

Giovani Amministratori di pace

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