Comuni virtuosi che si riscoprono comunità!


Corriere.it


A Santo Stefano di Camastra, in 35 sono in autoquarantena domiciliare. I suoi abitanti stanno producendo gratis igienizzanti che il Comune distribuirà alle fasce più deboli. Anche farmacie, supermercati, ristorazione hanno iniziato a consegnare gratis a casa.


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
spray

Vivere in un piccolo centro al tempo del Coronavirus: a 150 chilometri dal capoluogo di provincia e a 90 da quello di Regione. Con gli ospedali più vicini che distano almeno mezzora di ambulanza, nessun grande centro commerciale e l’orografia del paese che varia dalle rive del mar Tirreno ai 900 metri della contrada più alta. Una situazione che potrebbe essere molto problematica, specialmente per gli anziani che vivono lontani da cinque supermercati o dalle due farmacie. Benvenuti a Santo Stefano di Camastra, nel Messinese. Uno dei più famosi centri ceramici d’Italia — immortalato da Luigi Pirandello nella novella «La Giara», pubblicata per la prima volta dal Corriere della Sera il 20 ottobre del 19o9 — più che un comune di 4.600 abitanti si sta riscoprendo comunità: coesa e «virtuosa».

L’igienizzante per le mani gratis
Per esempio Carmelo Colombo, professore di chimica e fisica in un Istituto tecnico superiore, ha lanciato un appello su Facebook: «Siamo chiamati tutti a fare la nostra parte e pertanto mi rendo disponibile a dare gratuitamente consulenza scientifica e pratica per la preparazione di disinfettanti». Il docente ha rivolto l’appello anche al sindaco e al presidente del consiglio comunale. «Per realizzare questi prodotti oltre al reperimento di materie prime sempre meno presenti in commercio, servono anche locali idonei e un’autorizzazione che in casi d’emergenza si può concedere», spiega Colombo al Corriere. L’iniziativa di Colombo è stata raccolta da subito dall’associazione culturale «Visit Santo Stefano», guidata dall’architetto Santino Di Salvo, e da tanti stefanesi che hanno messo a disposizione ciò che potevano: chi tempo, chi denaro, materie prime come profumi o oli essenziali. Il sindaco del Comune, Francesco Re, ha raccolto l’appello e ha messo a disposizione locali, autorizzazione, il budget mancante, si è adoperato per far arrivare le ormai «preziose» materie prime e alcuni suoi assessori hanno fattivamente collaborato insieme ai volontari della protezione civile.

Sin qui tutto normale se non fosse che proprio Carmelo Colombo in passato è stato vice-sindaco e, da anni, dai banchi dell’opposizione è l’agguerrito «rivale» dell’amministrazione Re, al suo secondo mandato. Uno spirito di collaborazione che ha stupito anche i più scettici che si sono rimboccati le mani. «Noi non siamo rimasti a casa, lo abbiamo fatto affinché i nostri concittadini possano stare a casa e ricevere, alla bisogna, l’introvabile disinfettante — spiega Colombo — e con circa duemila euro messi a disposizione dal Comune, in somma urgenza, abbiamo realizzato cento litri di igienizzante con cui abbiamo imbottigliato in un pomeriggio circa mille flaconi spray».

Un’azione corale con numerosi volontari. «Tanti hanno raccolto il mio appello e ognuno — continua — ha aiutato come ha potuto. Mentre lavoravamo c’è stato persino chi non potendoci dare un sostegno concreto si è premurato di “coccolarci” portarci termos di caffè». Così è nata anche l’etichetta dal nome evocativo «Andrà tutto bene» che è stata disegnata da due bambine: Ginevra e Serena. La produzione, intanto, continuerà. «Sin quando avremo soldi si andrà avanti — conclude Colombo — ma è sempre più difficile trovare l’alcol e altre materie prime perché iniziano a scarseggiare ovunque in Sicilia». Finita tra qualche giorno la produzione, il Comune inizierà la distribuzione con criterio. «Lo invieremo ai medici di base che hanno il compito di donarlo agli immunodepressi e ai cardiopatici e ai 35 stefanesi che sono in quarantena domiciliare — argomenta il primo cittadino, 57 anni, una vita spesa come dirigente sindacale nel settore bancario — e poi attraverso i pediatri li daremo alle mamme con bimbi piccoli. Infine alle forze dell’ordine, alla protezione civile e alla polizia locale. Gli stefanesi stanno pensando a tutto. «Visto che acquistare mascherine protettive è impossibile — continua il sindaco — abbiamo reperito il materiale idoneo per costruirle e le sarte del paese le costruiranno sempre gratuitamente e le distribuiremo quanto prima».

Farmaci e spesa a domicilio
Un grosso sforzo arriva anche dalle due farmacie che, pur stremate dall’emergenza, hanno aderito alla richiesta dell’amministrazione comunale di creare un servizio a domicilio gratuito per la consegna dei farmaci. Con il decreto Conte, infatti, tutto è più complicato per gli spostamenti, specialmente per gli anziani. Anche i commercianti della ristorazione e dei supermercati hanno iniziato a ricevere ordini tramite telefono e con guanti e mascherine si recano a portare spesa e cibo nelle case dei loro concittadini attraversando le vie deserte e le contrade più lontane.

Il precedente della malattia infettiva e il Corriere
Venendo a tempi più recenti, proprio a Santo Stefano di Camastra, quasi 110 anni fa, ci fu una sorta fobia da virus che spopolò il paese rendendo le strade deserte come oggi, pattugliate dai quaranta carabinieri e dalle autorità comunali. Un fuggi fuggi generale che arrivò, persino, sulle colonne dell’allora lontanissimo Corriere della Sera, diretto da Luigi Albertini che titolò: «Un paese disertato da 7.000 persone». In buona sostanza erano morte due giovani, pressoché contemporaneamente, a seguito di febbri improvvise e altissime. Fra le strade si diffuse la voce – falsa – che avessero contratto una sconosciuta malattia tanto infettiva quanto contagiosa. Tutti abbandonarono il piccolo centro per giorni rifugiandosi nelle campagne e andando a fare scorte alimentari nei comuni vicini. Per fortuna, almeno quella, fu una fake news e non come oggi un virus letale.

14 marzo 2020

Corriere della Sera 

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+