Cluster bomb: Cmc contro tentativi USA di "Indebolire il trattato"


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La Cluster Munition Coaltion (Cmc) ha fatto un appello agli Stati Uniti affinché smettano di diffondere interventi "imprecisi nell’ovvio tentativo di intimidire i partecipanti e indebolire il Trattato per mettere al bando le cluster bomb".


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Cluster bomb: Cmc contro tentativi USA di "Indebolire il trattato"

Dublino, 25 mag. – La Cluster Munition Coaltion(Cmc) ha fatto un appello agli Stati Uniti affinche' smettano di diffondere interventi "imprecisi nell'ovvio tentativo di intimidire i partecipanti e indebolire il Trattato per mettere al bando le cluster bomb". Vittime delle cluster e sostenitori della messa al bando da tutto il mondo insieme al Premio Nobel per la Pace, Jody Williams, hanno protestato davanti all'ambasciata Usa con l'intenzione di attirare l'attenzione sull'argomento. "Gli Stati Uniti stanno facendo degli interventi fuorvianti lasciando intendere che se non possono usare le cluster bomb non possono aiutare le vittime di disastri naturali", hanno riferito dalla Campagna italiana contro le mine. "Questo e' un modo cinico tentativo per cercare di intimidire i Paesi che stanno negoziando in buona fede un Trattato per mettere al bando queste armi", ha dichiarato Simon Conway della Cmc. La Cluster Munition Coalition, ha riunito sopravvissuti e campaigner da tutte le parti del mondo per sostenere la messa al bando dell'uso, produzione, commercio, trasferimento e detenzione di bombe a grappolo.
 Gli Stati Uniti, hanno riferito da Dublino, stanno minacciando l'impedimento alla partecipazione in missioni umanitarie correlandolo alla norma che prevede, in ambito di operazioni congiunte, la non assistenza operativa degli Stati parte del Trattato ai non Stai Parte. In realta', gli identici provvedimenti contenuti nel Trattato di Messa al Bando delle Mine antipersona non hanno avuto questo effetto malgrado il Trattato sia entrato in vigore da 9 anni e 156 Stati l'abbiano gia' sottoscritto. "Siamo qui per mettere al bando le munizioni cluster", hanno continuato dalla Cmc, "non per creare scappatoie per facilitare l'uso di queste armi da parte degli Stati Uniti; gli alleati degli Usa devono resistere a queste pressioni fatte da Washington." La coalizione italiana si e' augurata che l'Italia "sappia prendere un atteggiamento coerente, non sostenendo posizioni smaccatamente pretestuose".
 "Siamo un Paese alleato degli Stati Uniti", ha sottolineato Giuseppe Schiavello, direttore della Campagna italiana contro le mine, "ma questo non deve e non puo' condizionare strumentalmente la capacita' di giudizio e collaborazione costruttiva che il nostro Paese puo' offrire in questo processo. Non basta fare dichiarazioni di buona volonta': l'Italia non puo' sostenere una posizione cosi' strumentale ai soli interessi degli Usa che, non partecipano al Processo di discussione ma pretendono di influenzarne il risultato in un modo cosi' negativo". Collegare un possibile impedimento di partecipazione alle missioni umanitarie al concetto di inter-operabilita' e al possesso delle cluster bomb, per Schiavello "e' un'aberrazione che rende palpabile lo spessore e il vero scopo di questi interventi".
 La bozza attuale del testo del Trattato include una norma che obbliga gli Stati parte a non prestare assistenza in atti proibiti dal Trattato stesso come, ad esempio, l'uso di munizioni cluster. La norma e' tesa a stigmatizzare l'uso di questo tipo di ordigni e a dissuadere gli Stati non parte del Trattato dal loro utilizzo. Il processo del Trattato e' iniziato a febbraio 2007 ad Oslo, gli Stati prevedono di arrivare ad un'accordo entro il 30 maggio.

Fonte: http://www.ong.agimondo.it

25 maggio 2008

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