Città dell’Altreconomia a Roma rischia di chiudere


Il Consorzio Città dell'Altra Economia


La Città dell’Altra Economia è un laboratorio che sta per essere chiuso. L’intento che ha avuto per anni è stato quello di costruire una proposta che mettesse al centro un’economia di giustizia orientata al “bene comune”. Leggi e firma l’appello!


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
Città dell'Altreconomia a Roma rischia di chiudere
 CITTA’ DELL’ALTRA ECONOMIA A ROMA
ELEVATISSIMO IL RISCHIO DI CHIUSURA

IERI RACCOLTE PIU’ DI MILLE ADESIONI
DOPO SOLO SEI ORE DI PUBBLICAZIONE
DELL’APPELLO SUL SITO INTERNET E SU FACEBOOK


Il primo progetto pubblico-sociale in Europa basato
sulla promozione e sulla pratica diretta delle numerose
attività che sono alla base del sistema di Altraeconomia
è oggi ad elevatissimo rischio di chiusura
da parte della Amministrazione comunale
che all’inizio lo aveva incoraggiato e finanziato

La Città dell’Altra Economia è un progetto (NON E’ UN INCUBATORE) che potrebbe essere chiuso dopo i primi tre anni previsti per l’avviamento e prima che divenga sistema.
Al suo posto (sembra) due soli canali di attività limitati all’agricoltura biologica e alle energie rinnovabili che non possono rappresentare da sole in alcun modo la continuazione del progetto per il quale associazioni e cooperative hanno investito in energie e capitali da tre anni

Il Consorzio appositamente formatosi per raccoglierne la gestione dopo i primi tre anni propone oggi un appassionato e fermo appello e una prima serie di appuntamenti (che saranno presto moltiplicati) che puntano a raccogliere adesioni per impedire questa assurda interruzione delle attività già annunciata per la fine di settembre:

19 settembre – Torna “Altradomenica e Biomercato” dalle ore 10 fino al tramonto con la presenza dei produttori del biologico con le loro proposte di stagione e un punto informativo che spiegherà lo stato attuale della situazione a tutti i visitatori

26 settembre – Festa della “Città dell’Altra Economia” dalle ore 10 al tramonto con la consueta presenza di stand di artigiani, associazioni e cooperative che lavorano nell’ambito delle attività di Altra Economia e con il punto informativo per i visitatori sulla situazione

29 settembre – Grande assemblea cittadina a partire dalle ore 17.00 nella giornata di chiusura della CAE da parte della Amministrazione comunale che l’aveva inaugurata solo tre anni fa

Riuso e riciclo, energie rinnovabili, agricoltura e cucina biologica, turismo responsabile, commercio equo e solidale, finanza etica, software libero gli argomenti per i quali la Città dell’Altra Economia è ormai diventata una vetrina “concentrata” per valori e messaggi sociali da ritrovare poi in modo diffuso in tutta la città ed è oggi anche fonte di occupazione lavorativa per molte persone.
Il 29 settembre del 2007 questi 3.500 mq di progetto-laboratorio all’interno dell’ex Mattatoio di Testaccio venivano inaugurati e aperti al pubblico a Roma. La “Città dell’Altra Economia” è il  frutto di un progetto costruito negli anni, in stretta collaborazione con il Comune di Roma, dal Tavolo dell’Altra Economia che raccoglie cooperative e associazioni che lavorano a vario titolo sui temi di Altra Economia, oggi riconosciuta e disciplinata anche da un Legge della Regione Lazio.

Mentre si moltiplicano in Italia ad esempio i Distretti di economia solidale, i Gruppi di acquisto solidale, il ricorso a forme di risparmio anche locali per una finanza più etica, le attività di recupero anche artistico dei rifiuti visti come risorsa, a Roma in controtendenza l’Amministrazione comunale fautrice del  progetto complessivo esteso vuole far scomparire la prima grande esperienza europea alla quale molte altre città avevano iniziato a guardare come un esempio di estremo interesse.

***

Appello : Non Fermate il Progetto Città dell’Altreconomia

Cari amici,
ci rivolgiamo a tutti voi perché come persone, gruppi, organizzazioni piccole e grandi cittadine, nazionali e non solo, ci avete incontrato, conosciuto, sostenuto perché ci siamo impegnati nella sperimentazione di attività, progetti, reti e realtà di economia alternativa e solidale nella “CITTA’ DELL’ALTRA ECONOMIA” di Roma, all’interno del Foro Boario di Testaccio.
Questo spazio non è stato un semplice “centro commerciale sostenibile”, un aggregato di uffici e luoghi di lavoro e di consumo responsabile. E’ stato, secondo un preciso progetto avviato dalle oltre 60 realtà che hanno animato il Tavolo dell’Altra Economia cittadino e condiviso con il Comune, uno “luogo” pubblico importante per Roma. Sale, piazzale, spazi di mostra e di vendita sono stati frequentati con regolarità da centinaia di migliaia di persone  nel corso dello scorso anno, hanno ospitato oltre 500 eventi tra convegni, conferenze stampa, eventi, spettacoli, mostre, incontri, dibattiti, presentazioni, seminari, laboratori, corsi. Centinaia di bambini e ragazzi delle scuole romane ma non solo hanno imparato in queste occasioni come crescere, studiare, vivere in modo più consapevole e sostenibile.
La Città dell’Altra Economia, dunque, è un processo, non un semplice incubatore di progetti e di imprese di “green economy”, come invece pensa il Comune. Alle richieste di chiarimenti rivolte all’amministrazione, infatti, l’amministrazione attuale ha risposto che intende procedere con i nuovi bandi all’insediamento “aperti ad imprese della filiera agricola e biologica e alle nuove tecnologie per l’ambiente e l’energia”. Mentre per la gestione degli spazi comuni ad uso pubblico (sala conferenza , spazi espositivi sale riunioni e piazzale antistante) l’amministrazione non intende più assumersi la responsabilità della cogestione , ma vuole affidare a terzi la loro gestione , privatizzando di fatto questi spazi.
La realtà è che così facendo questo progetto verrebbe chiuso perché i nuovi bandi limiterebbero a sole due aree tra quelle elencate nella Legge regionale sull’Altra Economia la possibilità di fare attività; quindi nella città di Roma verrebbe meno quella vetrina che  fino ad oggi ha avuto il compito di mostrare ai visitatori in un sol colpo d’occhio tutto l’articolato sistema di attività sulle quali poggia l’Altraeconomia.
I nuovi bandi ad oggi non sono ancora usciti. Questo ha creato e continua a creare un crescente livello di precarietà per le realtà che animano la CAE, nonché’ per i loro lavoratori e lavoratrici. Non è chiaro fino ad oggi, poi, come il comune intenda gestire la transizione dalla vecchia alla nuova gestione, che potrebbe facilmente durare lunghi mesi, durante i quali, evidentemente, la CAE potrebbe rimanere chiusa o priva della maggior parte delle attività economiche che operano al suo interno.
E ‘evidente quindi che il progetto della Città dell’Altra Economia per la sua storia ad oggi non è riducibile a questa semplificazione. Chi ha varcato le sue porte ha avuto la possibilità di partecipare alle oltre 30 linee di attività – tra cui l’agricoltura biologica, il commercio equo e solidale, il riuso e riciclo, le energie alternative, il consumo critico, la finanza etica, il teatro, l’arte, la formazione, la comunicazione e il software libero, il turismo responsabile – che si sono ispirate ai principi e ai criteri di lavoro della Carta approvata nel 2004 dal Tavolo dell’Altra economia e che hanno caratterizzato la vita della Città da quando ha aperto i battenti il 29 settembre del 2007.
Vi chiediamo di sottoscrivere questo appello per chiedere insieme a noi che questo laboratorio vada avanti, e che il Sindaco Alemanno chiarisca pubblicamente le motivazioni che lo portano, nei fatti, a chiuderlo.

Per firmare l’appello vai al sito: http://www.cittadellaltraeconomia.org

Il Consorzio Città dell’Altra Economia

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento