Caritas: italiani sempre più poveri. In aumento i giovani che non studiano né lavorano
La redazione
Presentato oggi il nuovo rapporto Caritas sulla povertà e l’esclusione sociale in Italia: siamo “poveri di diritti”.
Il diritto alla casa, al lavoro, alla famiglia, all’alimentazione, alla salute, all’educazione, alla giustizia ‐ pur tutelati dalla Costituzione italiana ‐ sono i primi a essere messi in discussione e negati.
Nel nostro Paese sono 2,73 milioni le famiglie che vivono sotto la soglia dell'indigenza. Dal 2005 al 2010, in crescita del 60% gli under 35 che si rivolgono alle associazioni di volontariato.
La crisi economica cambia volto alla povertà. Anche in Italia, che si ritrova ogni anno che passa con meno risorse e più disperazione. Secondo il rapporto 2011 della Caritas (“Poveri di diritti”, Edizioni Il Mulino) sono 8,3 milioni i cittadini che vivono in povertà, pari al 13,8% della popolazione. Tra le fasce più colpite, le famiglie numerose, quelle con un solo genitore e i nuclei meridionali. Il dato che più colpisce, però, è un altro: in tempi di crisi economica la povertà sta cambiando volto, tanto che il 20% delle persone che si rivolgono ai Centri di ascolto in Italia ha meno di 35 anni.
In soli cinque anni, dal 2005 al 2010, del resto il numero di giovani che si rivolgono alle associazioni di volontariato è aumentato del 59,6%. Il 76,1% di essi, inoltre, non studia e non lavora, percentuale che nel 2005 era del 70%. Il rapporto presentato a Roma da Caritas Italiana e Fondazione Zancan, in occasione della Giornata mondiale contro la povertà, secondo cui l’Italia è ben lontana dal trovare una soluzione efficace alla piaga della povertà: se nel 2009 erano 7,8 milioni i poveri (13,1%), nel 2010 hanno raggiunto quota 8,3 milioni (13,8%). In totale, in Italia sono 2,73 milioni le famiglie povere.
In allegato, la sintesi dell' XI Rapporto su povertà ed esclusione sociale in Italia
Fonte: Il fatto quotidiano
17 ottobre 2011