In cammino da Perugia ad Assisi, ogni giorno
don Pierluigi Di Piazza
Camminare da Perugia ad Assisi con decine di migliaia di persone è stata un esperienza significativa di incontri, di conoscenze, del nutrimento del cuore e della coscienza per liberarci dall’indifferenza.
Camminare da Perugia ad Assisi con decine di migliaia di persone è stata un esperienza significativa di incontri, di conoscenze, del nutrimento del cuore e della coscienza per liberarci dall’indifferenza, per assumerci il prendere a cuore e il prendersi cura di ogni persona, qualsiasi sia la sua provenienza, cultura, fede religiosa.
C’è la consapevolezza che una marcia non ferma la guerra in Siria ed in tanti altri luoghi del pianeta, non risolve le cause strutturali che costringono 65 milioni di persone a muoversi sul pianeta. Non è una risoluzione quindi, sarebbe un sogno emotivo, non quello che sollecita all’impegno per contribuire a realizzarlo. Si cammina insieme uguali e diversi animati dall unico progetto di una umanità molto più umana.
Saluto alcuni alunni di Amatrice, cammino un tratto con testimoni e amici come don Luigi Ciotti e padre Alex Zanotelli; tante sono le persone partecipanti venute nel nostro paese da tanti luoghi del pianeta. Camminare con gli alunni di 181 scuole di tutta Italia, anche del Friuli di Udine, di Gemona, di Pordenone e di altri paesi ancora. Siamo 52 partiti dal Centro Balducci, fra loro alcuni ospiti. Nessuno slogan scontato, ma quelli creativi e vivaci di gruppi di ragazze e ragazzi. Invece la consapevolezza che il momento storico è particolarmente difficile e che è fondamentale resistere negli ideali, nelle convinzioni, nella dedizione e nell’impegno e in questo sentirsi uniti. La marcia ha fatto emergere quell’Italia che per tanti spesso non esiste, ma chedi fatto sostiene le pratiche buone di umanità positiva. Abbiamo sentito che camminare è esprimere il movimento che ci fa uscire dall’indifferenza, dalla rassegnazione, dall’assuefazione, dal senso di impotenza.
È esprimere impegno a liberarci dall’ingiustizia e dalla corruzione per attuare progetti di equità, di giustizia, di un’economia di vita e non di morte.
È operare la scelta della non violenza attiva e della costruzione della pace, del contrasto ai fabbricanti e venditori di armi; liberarsi dalla convinzione assurda che la guerra sia strumento per la pace.
Camminare da Perugia ad Assisi ha nutrito la convinzione della necessità di progetti seri sui migranti, affrontando consapevolmente le difficoltà, riflettendo sulle paure, impegnandoci a diffondere una cultura alternativa all’emotivitá irrazionale e ai facili , gridati, inconcludenti populisimi.
Arrivando ad Assisi e ascoltando nell’animo le risonanze della profezia di Francesco si è rinnovato l’impegno di custodia e di cura per tutti gli esseri viventi, abbandonando la logica del dominio, dello sfruttamento, dell’inquinamento. La presenza folta dei rappresentanti degli enti locali ha ribadito la necessità di una politica al servizio dei progetti di giustizia e di pace.
La lettura del messaggio di Paola e Claudio Regeni, genitori di Giulio, è stato un momento di particolare significato.
La marcia di Assisi avrà senso se il cammino continuerà ogni giorno.
don Pierluigi Di Piazza, responsabile Centro di accoglienza “Ernesto Balducci” di Zugliano (Udine)