Bulgaria tra corruzione e attacchi alla libertà di stampa


Michele Curto


Il 25 novembre l’Unione Europea ha preso la decisione, senza precedenti nella sua storia, di privare la Bulgaria di 220 milioni di Euro di fondi strutturali, sostenendo che nel paese la corruzione è ancora troppo estesa.


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Bulgaria tra corruzione e attacchi alla libertà di stampa

È la prima volta che a uno Stato membro vengono negati interamente gli aiuti, poiché ritenuto non in grado di evitare che questi vengano dirottati verso i circuiti della criminalità organizzata.

A discapito delle proteste del Primo Ministro Sergei Stanishev e di Meglena Plugchieva, ex capo del governo, che ha giudicato la decisione come un brutto segnale nei confronti dei tentativi di riforma in atto a Sofia, la Bulgaria è stata negli ultimi mesi oggetto di pesanti critiche a proposito della mancanza di trasparenza e della corruzione dilagante all'interno delle sue istituzioni. L'International Herald Tribune ha recentemente pubblicato due inquietanti inchieste sui legami tra politica e crimine, e il Ministro degli Interni Rumen Petkov si è dimesso quest'anno in seguito ad una serie di scandali che lo vedevano vicino a figure appartenenti alla criminalità organizzata.

Una delle tematiche più scottanti oggi in Bulgaria è quella della libertà di stampa. Negli ultimi anni si sono registrati vari casi di aggressioni e censure nei confronti di giornalisti indipendenti. Basti pensare al caso clamoroso di Anna Zarkova, reporter specializzata in inchieste sul crimine organizzato del giornale Trud, che è stata sfregiata con acido solforico mentre aspettava il pullman per andare al lavoro; o a quello di Vasil Ivanov, della televisione Nova TV, la cui casa è stata fatta saltare in aria nell'aprile del 2006, a seguito di un'inchiesta che denunciava abusi nel carcere centrale di Sofia; o ancora al caso di Jurgen Roth: arrivato nella capitale lo scorso 11 novembre per presentare l'edizione bulgara del suo ultimo libro, "I nuovi demoni bulgari", il giornalista tedesco è stato accolto dalle dichiarazioni dell''ex Ministro Rumen Petkov. In un'intervista al quotidiano "24 Chasa" intitolata "Picchiare il diffamatore", egli ha definito Roth "bugiardo, calunniatore, truffatore senza spina dorsale", affermando poi che questi andava "picchiato sulla bocca, sulle mani e su tutte le parti del corpo", affermazioni duramente criticate da "Reporters sans frontiers".

Il 24 settembre di quest'anno è stato registrato l'ennesimo caso: Ognian Stefanov, del quotidiano online Frognews, è stato brutalmente aggredito da quattro uomini mascherati che lo hanno picchiato con spranghe e martelli provocandogli svariate fratture e un trauma cranico. Appena venti giorni prima, il webmaster di Frognews, Yorgo Petsas, era stato arrestato e interrogato per ore dall'Agenzia di Sicurezza Nazionale Bulgara (DANS), poiché sospettato di essere tra i responsabili della creazione del sito internet "Opasnite Novini" ("Notizie Pericolose"), che pubblicava notizie riservate circa casi di corruzione. In particolare fra queste notizie, di particolare clamore era stato il caso di un noto faccendiere della criminalita` organizzata di Sofia che aveva un rapporto di collaborazione "stabile" con i servizi segreti del DANS. Frognews ha sempre smentito qualsiasi coinvolgimento nella creazione e promozione del sito, che è stato contestualmente chiuso dai servizi segreti. Nessuno ha pero` dato risposta o aperto indagini sulle notizie apparse sul sito. L'aggressione di Stefanov è stata pubblicamente condannata dal Parlamento bulgaro, e grande preoccupazione è stata espressa dall'Organizzazione per la Sicurezza e Cooperazione in Europa e da Reportes Sans Frontières.

Il 26 e 27 di novembre, il Presidente di FLARE Michele Curto è andato a Sofia per incontrare la redazione di Frognews e cercare di capire di più sulla vicenda. Qui ha incontrato anche Yonko Grozev, avvocato impegnato nella difesa dei diritti umani e in particolare nella tutela della libertà di informazione, e Alexander Kashumov, dell'Access to Information Programme, tra i fondatori dell'International Media Lawyer Association.
Una seconda visita a Sofia è in programma per inizio gennaio. FLARE vorrebbe incontrare altri giornalisti vittime di repressione, nonché alcune ONG locali e la delegazione della Commissione Europea in Bulgaria. L'intento è quello di contribuire a richiamare l'attenzione sulla situazione bulgara, anche attraverso l'organizzazione di eventi a Sofia nel quadro della campagna europea che FLARE lancerà a marzo, campagna dedicata alla richiesta alle istituzioni europee di una piùincisiva ed armonica legislazione in materia di confisca dei beni mafiosi e della possibilita` del loro riutilizzo sociale.
La Bulgaria èsolo il piùclamoroso dei casi di enorme espansione dei gruppi criminali nei paesi neo-comunitari, e di come la criminalita` organizzata sia oramai in grado di utilizzare il processo di integrazione europea a suo interesse.
Per questa ragione sempre piùurgente e che sia proprio l'Unione Europea ad articolare una risposta comune dei 27, per contrastare globalmente le mafie.

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