Beirut, una giornata particolare


Erminia Calabrese


Il presidente iraniano Ahmadinejad accolto come un eroe, ma non mancano i critici.


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Beirut, una giornata particolare

La visita del presidente iraniano Mahmud Ahmedinejad in Libano non somiglia a quella di un qualunque altro capo di Stato.

Non le somiglia perche' per coloro che lo hanno aspettato all'aeroporto per ore, sin dal mattino, Ahmedinejad è ''colui che sostiene la resistenza dei libanesi contro Israele con le armi e con i soldi", come ricorda Ali Rida, un tassista sui sessant'anni. Non le somiglia perché per chi è rimasto invece in casa o al lavoro, "Ahmedinejad é colui che vuole estendere l'influenza iraniana sul Libano e trasformare il sud del Libano in una base militare contro Israele", come commenta Wael, da Tariq Jadide.

Bambini, studenti, gruppi di scout, donne e uomini, palestinesi, libanesi: sono tutti tutti allineati ai lati della strada che dall'aeroporto porta verso il centro città di Beirut per dare il benvenuto al presidente iraniano nella sua prima visita ufficiale nella capitale libanese.

Abu Wassim, responsabile del partito al-Fatah al-Intifada spiega: " Siamo qui per accogliere il presidente perche consideriamo che sia uno dei pochi leader al mondo che sostiene l'intifada e il diritto dei palestinesi al ritorno nella loro terra".

Le donne l'aspettano con ansia, mentre portano tra le mani sacchetti pieni di riso e petali di rose. Si lamenta Umm Hussein, perché il servizio di sicurezza non le ha fatto passare il vassoio che aveva preparato per l'occasione: "Ho dovuto mettere il riso in questo sacchetto di plastica purtroppo. Sono molto grata al presidente perché ha ricostruito la mia casa al sud distrutta durante i bombardamenti del 2006 da parte dell'aviazione israeliana".

Accolto dal presidente del Parlamento, Nabih Berri e da una delegazione di rappresentanti di Hezbollah, il presidente iraniano é arrivato all'aeroporto di Beirut, e tra imponenti imponenti misure di sicurezza, ha attraversato il cordone umano che lo ha accolto al grido Khosh Amdad (benvenuto in farsi). Sullo sfondo grandi palloni in rosso in verde e bianco simboleggiavano i colori della bandiera iraniana.

"E' lui che ha fermato il progetto del Grande Medio Oriente dell'amministrazione stratunitense" ricorda Umm Mahmud, mentre si prepara a fotografare il grande evento.

Al passaggio, su una Range Rover, il capo di stato iraniano saluta e ringrazia la folla in delirio mentre i ragazzini non perdono tempo e si mettono a rincorrere l'automobile nella speranza di filmare con i loro telefonini il piu' vicino possibile colui che "ha ricostruito le loro case e le loro scuole".

Ali Rida, preside del liceo Martire Mahmud Kaik, e li' assieme ai suoi studenti per accogliere colui che "non ha fatto differenza tra libanesi nel ricostruire il sud del Libano".

"Sarò sempre vicino al governo e allo Stato libanese e sosterro' l'unita' tra i libanesi", ha ricordato Ahmadinejad una volta giunto al palazzo presidenziale di Baabda, dove ad aspettarlo c'era il presidente del Libano Michael Suleiman.

In serata, allo stadio al-Rayye, durante il festival organizzato da Hezbollah e dal partito Amal di Nabih Berri , lo sceicco Nasrallah è apparso in video ha ricordato che il progetto di oggi, quello che lui chiama resistenza, appartiene a tutti ed è un progetto che unisce i libanesi, la resistenza e l'esercito.

Il sentimento che sembra essere condiviso qui nello stadio è un misto di fierezza e gioia proprio come ai tempi del festival del 2006, celebrato nello stesso stadio alla fine dell ultima aggressione israeliana sul Libano. "E' la prima volta che in questo stadio vengono innalzate bandiere iraniane", spiega Ayman, 50 anni. "Negli anni Settanta i comunisti innalzavano fieri la bandiera dell'Unione Sovietica noi oggi innalziamo quella iraniana per ringraziarli sia per il loro sostegno alla resistenza sia per aver ricostruito la maggior parte del sud libano". Ad occuparsi del servizio d'ordine per la prima volta sono le forze di polizia dello Stato assieme a quelle di Hezbollah e del partito Amal.

"Il Libano è una scuola di resistenza e perseveranza contro i tiranni del mondo ed e' un'universita di lotta per le nobili cause", grida alla folla Ahmdinejad, una volta arrivato sul palco e dopo aver rifiutato di parlare dietro un vetro anti-proiettili. Il leader iraniano ribadisce il sostegno del suo Paese al Libano e al governo di Saad Hariri.

A Tariq Jadide, roccaforte del Movimento del Futuro di Saad Hariri, lontani dalla musica, dagli inni di vittoria e dalle bandiere iraniane e del Partito di Dio (Hezbollah), la gente segue il festival alla tv chiedendosi cosa potrà succedere domani durante la visita di Ahmedinejad a Bint Jebeil, città simbolo per eccellenza della resistenza un tempo comunista oggi islamica.

La gente qui non ha problemi con la visita del capo di stato iraniano, ma spiega Mohammad: "Se questa visita mantiene il suo carattere ufficiale da Stato a Stato non ho nessun problema ma se si trasforma, come puo esserne il caso, in una visita per sostenere solo una parte di libanesi allora il problema c'è".

''Aspetto che vada al sud domani'', aggiunge Tarek,  ''perché non voglio che il sud del libano si trasformi in una base utilizzata da altri per combattere Israele. Perché la Siria e l'Iran non combattono? E lasciono solo il Libano? Noi sunniti non abbiamo problemi anzi nel 2003 quando venne l'ex presidente iraniano Khatami c'erano tutti ad accoglierlo e lui aveva buone relazioni con Rafiq Hariri''.

Dopo gli appuntamenti istituzionali a Beirut, il presidente iraniano dovrebbe recarsi nel sud del Paese, tradizionale roccaforte di Hezbollah. Proprio in queste zone, Ahmadinejad riceverà il più caldo benvenuto. "Il Libano è un Paese di resistenza, benvenuto nella tua famiglia'', recita una voce fuori campo nello spot televisivo firmato da Hezbollah e Amal.

Fonte: PeaceReporter

14 ottobre 2010

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