Baghdad, libero il reporter prigioniero Usa


Toni Fontana


Bilal Hussein, premio Pulitzer 2005, era stato catturato due anni fa. L’agenzia Ap: "Finalmenteè tornato tra noi".


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Baghdad, libero il reporter prigioniero Usa

Preciso come un cassiere svizzero un ufficiale americano del comando di Baghdad, Matt Morgan, ha fatto sapere ieri che «la procedura per la liberazione di Bilal Hussein è iniziata alle 15.45». Poco dopo, a Washington, il presidente dell’Associated Press, Thomas Curley, ha commentato: « Dopo due anni e quattro giorni di prigione, Bilal Hussein è tornato tra noi». Torna dunque in libertà (ma nessuno lo ha ancora visto) il fotoreporter iracheno dell’Ap che, nel 2005, è stato premiato con il prestigioso Pulitzer e, un anno dopo (12 Aprile 2006) è sparito nelle segrete carceri americane in Iraq. La svolta nella tormentata vicenda (l’Ap ha sempre difeso senza esitazione il suo fotografo) si è avuta quando, alcuni giorni fa, quattro giudici della corte d’appello di Baghdad hanno emesso una sentenza che ordina al comando Usa di rilasciare il prigioniero. La vicenda di Bilal Hussein ha riacceso i riflettori sulla sorte di 23mila iracheni rinchiusi nelle prigioni americane in Iraq. Né loro, né il fotoreporter hanno mai potuto contare sull’assistenza di un legale e non hanno mai saputo la ragione del loro arresto. Hussein è stato catturato a Ramadi, capitale della provincia a maggioranza sunnita dell’Anbar. Secondo gli americani era in contatto ed anzi aiutava attivamente la guerriglia. Il comando Usa non ha però mai documentato le accuse ed il fotoreporter ha sempre negato con forza di aver appoggiato gli insorti. L’Associated Press, una delle più grandi agenzie del mondo, spesso in contrasto con i vertici militari americani, non ha mai avuto dubbi sulla buona fede del dipendente ed ha sempre preteso a gran voce la sua liberazione. Bilal Hussein, 36 anni, era stato accusato anche perché in possesso delle foto del corpo dell’italiano Salvatore Santoro, catturato e ucciso dagli insorti sunniti, nel dicembre 2004 a Ramadi. Il fotoreporter dell’Ap ed altri due giornalisti iracheni hanno sempre sostenuto di essere stati a loro volta catturati e costretti dai guerriglieri a scattare le foto dell’ucciso. Santoro aveva 52 anni e da quattro decenni viveva nel Regno Unito. Sui motivi del suo viaggio in Iraq non si è mai saputo un granchè ed il caso è stato rapidamente archiviato anche dalle autorità americane in Iraq. Per la liberazione di Bilal Hussein si sono battute associazioni di giornalisti come Reporters sans frontières che ricorda che nelle carceri Usa giacciono ancora molti reporter.

Fonte: L'Unità

17 aprile 2008

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