Abu Mazen: "Israele vuole giudaizzare Gerusalemme"
Israele insiste. Il governo Netanyahu stanzia altri fondi per gli insediamenti.
Israele insiste. Il governo Netanyahu stanzia altri fondi per gli insediamenti.
Un Mediterraneo di dialogo e cooperazione passa per la realizzazione di uno Stato palestinese indipendente. È il messaggio lanciato da Hosni Mubarak ieri a Milano. Un passaggio condiviso dall’Italia.
Gerusalemme Est divide Netanyahu da Obama. Alla richiesta Usa di bloccare la costruzione di nuove unità abitative, il premier israeliano ribatte seccamente: Gerusalemme è capitale indivisibile dello Stato ebraico.
Il premier israeliano tende la mano ai palestinesi ed esorta la controparte alla ripresa del dialogo. Ma il capo dell’Anp declina l’offerta: per trattare davvero prima bisogna bloccare gli insediamenti.
Buoni propositi. Ma le decisioni che pesano sono rinviate nel tempo, al 2050, e vincolate a un improbabile via libera di Cina, India, Brasile. Gli 8 Grandi trovano un’intesa sul clima. Le critiche degli ambientalisti.
La posta in gioco. Su ogni emergenza tanti saranno i documenti, ma decidere è un’altra storia. Magari al G20 di settembre a Pittsburgh.
L’"onda verde" non si arresta. Nonostante la brutale repressione delle milizie del regime. La denuncia delle associazioni umanitarie, i blogger scomparsi, una marcia silenziosa avanza con la forza.
Il premier israeliano ringrazia il capo del governo italiano: grande amico, campione di pace. Il nodo Iran – Il presidente del Consiglio: con Teheran rapporti economici solo con accordo Usa.
Domani a Roma il premier israeliano per incontrare Berlusconi, il giorno dopo sarà a Parigi. Investiti dal governo israeliano, 250 milioni di dollari per nuove case in una colonia-città.
L’ex presidente Usa: coraggioso il discorso di Obama. L’alternativa a una pace giusta sarebbe una guerra ancora più dolorosa
La risposta a Obama: Sì al dialogo, no al ritorno dei profughi e al congelamento delle colonie. Le reazioni L’Anp palestinese: così si silura la pace. Obama: è un importante passo avanti.
Nel campo di detenzione di Misratah eritrei, somali, nigeriani in condizioni inumane. Appello al governo “L’Italia deve fermare la cooperazione con quel Paese”.