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Ultimamente la situazione a Goma e nel resto del Nord Kivu si è fatta ancor più tesa a causa dei ripetuti scontri tra l’esercito di Kinshasa e ribelli dell’M23.

Dopo il riconoscimento Unesco a François Hollande, la reazione di un sacerdote che lavora sul campo, in Niger: un invito ad non essere complici, neppure passivi, della falsità e dell’ipocrisia.

Le armi non solo sottraggono risorse ai settori primari della società sono anche un pericolo per la pace e la sicurezza tra le nazioni.

Nell’Africa dei Grandi Laghi l’iniziativa dei gesuiti africani contro la proliferazione delle armi.

Djotodia ha sospeso la costituzione e sciolto il parlamento. Paese nel caos: saccheggi e situazione sanitaria alla deriva. La condanna internazionale.

Si è aperto ieri a Tunisi il FMS che proseguirà fino al 30 marzo. Tema centrale la dignità, parola che racchiude tutto quello che può volere un essere umano: libertà, diritto alla vita e a spostarsi liberamente.

L’intervento in Mali risponde prima di tutto a logiche geopolitiche e geoeconomiche. Anche per arginare la Cina.

C’è il timore che il Mali venga presto trascinato in una guerra civile come in Afghanistan, dove l’intervento contro il terrorismo ha lasciato dietro di sé un paese dilaniato e nel caos.

L’Europa vorrebbe monetizzarla. Le Nazioni Unite, invece, hanno dedicato il 2013 alla cooperazione internazionale per la gestione dell’oro blu, considerato fondamentale per lo sviluppo socio-economico.

Pochi soldi. Poco interesse istituzionale (almeno fino ad oggi). Molte polemiche.

Ha emanato le Linee Guida per regolamentare e rendere più trasparenti i rapporti delle sue banche con gli attori del settore degli armamenti. Paletti più rigidi nel sostenere finanziariamente questo mondo.

Giornata senza spari a Nyala, in Darfur, dopo la repressione violenta dei giorni scorsi delle manifestazioni studentesche. Scuole chiuse a tempo indeterminato e clima ancora teso. El-Bashir si sente accerchiato.