Etiopia, venti di guerra civile
Da ieri la regione del Tigray è isolata e nel paese è in vigore lo stato d’emergenza. Il primo ministro Abiy Ahmed ha inviato l’esercito a nord per “per salvare il paese e la regione dalla spirale dell’instabilità”
Da ieri la regione del Tigray è isolata e nel paese è in vigore lo stato d’emergenza. Il primo ministro Abiy Ahmed ha inviato l’esercito a nord per “per salvare il paese e la regione dalla spirale dell’instabilità”
L’esultanza per le dimissioni del presidente al-Bashir è durata poco. L’esercito ha ripreso in mano il controllo del paese. Costituzione del 2005 cancellata, un consiglio militare provvisorio terrà il potere per due anni, al fine di preparare libere elezioni. Stato di emergenza prolungato.
Potrebbe essere vicina la resa dei conti per il regime di Omar Hassan al-Bashir che prese il potere nel 1989 con un colpo di stato militare, appoggiato dal movimento islamista guidato da Hassan el Turabi, ideologo dell’islam politico secondo la dottrina dei Fratelli musulmani, scomparso pochi anni fa. La rivolta […]
Appello di Padre Zanotelli: a nome dei centomila che hanno marciato alla PerugiAssisi abbiamo scritto al governo e al parlamento perché riceva due delegazioni alle quali dare risposte a queste domande. A tutt’oggi, silenzio!
Economie strozzate rischiano di prosciugare le speranze di cambiamento.
Nel giorno del voto del parlamento sul decreto missioni, un attivista nigerino solleva dubbi sui veri motivi dell’invio di truppe. E parla di una strategia di posizionamento geoeconomico.
Di fronte a eventi così enormi come i conflitti in Sud Sudan e Libia, le soluzioni, anche le migliori, appaiono spesso minuscole.
Un fenomeno complesso cui si può rispondere solo con una risposta complessa, scongiurando la scorciatoia dell’intervento bellico che porterà solo altre distruzioni e altre violenze.
Prima che l’Ue votasse di estendere l’obbligo della certificazione, un documento italiano premeva per la volontarietà del regolamento “per non mettere in crisi le imprese orafe italiane”.
Nella stagione del pensiero corto e della memoria azzerata, costruiamo la storia a nostro piacimento con i dettagli del presente…
Il conflitto centrafricano va avanti ormai dal 2012. La popolazione in fuga ora ha un disperato bisogno di assistenza umanitaria. Un milione e mezzo di persone vivono nell’insicurezza alimentare e 860 mila sono sfollati o rifugiati.
Una nazione che esce dalla guerra o da un regime dittatoriale non potrà progredire se non fa i conti con gli orrori del passato.