Bloccare l’Aia: come l’esercito israeliano pensa di evitare azioni legali internazionali
La decisione di indagare su episodi avvenuti durante l’operazione “Margine protettivo” a Gaza la scorsa estate ha creato scompiglio nell’esercito israeliano.
La decisione di indagare su episodi avvenuti durante l’operazione “Margine protettivo” a Gaza la scorsa estate ha creato scompiglio nell’esercito israeliano.
L’Unicef lancia l’allarme: 230 milioni di minorenni vivono in zone di conflitto. Dall’Asia al Medio Oriente, all’Africa, nell’anno in corso la violezna si è abbattuta sui più vulnerabili con una brutalità che non ha eguali nella storia recente, compromettendo il futuro di intere società.
I caccia israeliani sono entrati in azione durante la notte, poche ore dopo il lancio di un razzo Qassam dalla Striscia. Colpite le zone meridionali dell’enclave palestinese.
Il premier israeliano a Roma incontra Kerry e Renzi. Per convincerli che la risoluzione per il ritiro israeliano dai Territori occupati entro due anni favorirà solamente il terrorismo.
Ziad Abu Ein è morto nel villaggio di Turmus Aya, durante scontri esplosi a seguito di una protesta non-violenta. Secondo testimoni è stato picchiato dalle truppe israeliane. Abbas promette di prendere misure contro Tel Aviv.
“E’ stata una punizione collettiva ai danni della popolazione”. Da ieri la Palestina è membro osservatore della Corte penale internazionale. Riyad Mansour: un’altra vittoria diplomatica.
Quattordici ministri su venti hanno approvato il disegno di legge volto a cambiare, nella Legge Fondamentale, la denominazione di Israele. Una mossa che, se approvata dalla Knesset, potrebbe mettere a rischio i diritti della minoranza palestinese.
Con 319 voti a favore e due contrari, passa la mozione del partito socialista, rimaneggiata dai popolari: si chiede al governo di riconoscere lo Stato palestinese nell’ambito di negoziati tra le parti.
Da giugno i Territori Occupati e la Palestina ’48 (l’attuale Stato di Israele) stanno assistendo ad una rottura degli equilibri. La campagna militare lanciata contro la Cisgiordania e Gerusalemme e l’attacco violentissimo contro Gaza hanno riacceso rabbie nascoste in tutta la popolazione palestinese.
Ai bombardamenti sulla capitale del “califfato” hanno preso parte anche Qatar e Arabia saudita, paesi accusati di sostenere il jihadismo in Siria.
Nel discorso televisivo alla nazione, il Presidente Usa ha annunciato ieri che bombarderà la Siria ed estenderà i raid aerei in Iraq nel tentativo di distruggere l’Isil.
La Nato si è detta pronta ad agire contro l’Isis se il governo iracheno lo chiedesse. Cameron e Obama alla caccia di una coalizione internazionale.