Missili sul Libano, confusione sulla Siria
Due missili colpiscono roccaforte di Hezbollah. Damasco accetta di partecipare alla conferenza di Kerry e Lavrov, ma le opposizioni si spaccano a metà.
Due missili colpiscono roccaforte di Hezbollah. Damasco accetta di partecipare alla conferenza di Kerry e Lavrov, ma le opposizioni si spaccano a metà.
Serie le condizioni di salute di Samer Issawi, protagonista di un lungo sciopero della fame. Non sarebbe curato dalle autorita’ carcerarie. Per lui un appello di Amnesty.
Ieri scontri tra polizia e il gruppo Ansar al Shariah: un morto, almeno 15 feriti. Arrestata la “Femen” Amina. Il governo accusa: “Salafiti illegali e terroristi”.
Il giornalista Marshall, presente alla manifestazione di ieri, conferma: l’Esercito Libero Siriano ha aperto il fuoco contro i palestinesi in marcia. Quanti morti?
I palestinesi commemorano l’anniversario della “Catastrofe”. 65 anni fa oltre 750 mila civili furono cacciati o fuggirono dalla loro terra, cominciando un esilio che non è mai finito.
Ai palestinesi non hanno portato l’indipendenza. A Israele hanno garantito un maggior controllo su ogni aspetto della vita quotidiana nei Territori occupati.
La commissione d’inchiesta sulla Siria accusa le opposizioni. Resta tesa la tensione tra Siria e Israele. Gli Stati Uniti non sapevano dei raid contro Damasco.
Nuovo attacco alle 2 di notte. Preso di mira, pare, il centro di Jamraya gia’ bersaglio di un raid a gennaio. La tv di Hezbollah dice che un jet israeliano e’ stato abbattuto.
Lo dicono fonti dell’Amministrazione americana. Dal Libano avevano segnalato violazioni ripetute dello spazio aereo nazionale da parte dell’aviazione israeliana.
Due giorni fa il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha promesso di non abbandonare il presidente Assad. Oltreoceano, Obama si dice pronto ad un’escalation.
Il prigioniero palestinese scrive una lettera al suo popolo dopo l’accordo raggiunto con Israele: “Questa vittoria dimostra all’occupazione che la Giustizia vince sempre”.
Israele invece chiama in causa il movimento sciita libanese e l’Iran. Lo scorso ottobre un altro drone penetrò nel sud del Paese.