IL MANIFESTO


Guterres: ridurre spese militari!

Ventiquattro ore prima del discorso al Bundestag per celebrare i 75 anni delle Nazioni Unite, le parole dirompenti del segretario generale, mentre nella GroKo infuria il dibattito sui droni armati.

#BringBackOurBoys

Nigeria, 330 studenti rapiti da Boko Haram nella notte tra venerdì e sabato. Un centinaio di uomini armati hanno attaccato una scuola governativa a Kankara.

Patrick resta in cella. Il regime non arretra!

Egitto. Altri 45 giorni di detenzione cautelare per lo studente Zaki in un’udienza-farsa, mentre all’Eliseo il presidente firma nuovi accordi. Non è ancora chiuso il caso dell’ong Eipr: congelati tutti i beni dei tre dirigenti rilasciati pochi giorni fa

Saahrawi, quel filo spezzato

Il Fronte Polisario riprende le armi. Si poteva evitare. Dopo 45 anni di occupazione e 30 di promesse, il grido di disperazione di un popolo.

L’assassinio “preventivo” di ogni pace

Il premier israeliano dovrà trattare con Biden, convincerlo a mantenere le sanzioni a Teheran e vendergli il patto di Abramo con le monarchie dl Golfo, esteso dal Medio Oriente al Mar Rosso, al Corno d’Africa, come il più grande obiettivo strategico della coppia Usa-Israele per soffocare l’Iran, limitare la Turchia e frenare l’espansione cinese tra Africa e Medio Oriente

Il “serpente” incriminato. La Nato tace.

La Corte dell’Aja conferma le accuse di crimini di guerra e contro l’umanità per il presidente del Kosovo Hashim Thaqi, che si dimette. Venne legittimato dalla guerra «umanitaria» del 1999

Da Parigi a Vienna: il salto della propaganda armata jihadista

La strage. Si tratta di un attacco che sembra collocarsi più sul piano dimostrativo dell’istigazione, che non su quello della reazione e della vendetta per il «dileggio del Profeta». Sullo sfondo, i 22 studenti uccisi da Daesh lunedì all’università di Kabul – la Nato condanna insieme i due attentati – e il Califfato che si riorganizza, lanciato contro i rivali di al Qaida.

Caucaso: 5mila morti!

Nagorno Karabakh. Il Cremlino media per evitare la diplomazia Usa e uno scontro in terra russa tra i quattro milioni di migranti armeni e azerbaigiani. Baku avanza, Erevan chiama il popolo a battersi. E la Turchia accende la tensione

Lesbo, in fiamme il campo profughi

L’incendio nella notte distrugge le baracche dove vivevano in condizioni disumane quasi 13 mila richiedenti asilo