Muro del Pianto, ultraortodossi contro le donne
Mille giovani aggrediscono le donne in preghiera che rivendicavano l’uguaglianza religiosa. La società israeliana fondata su discriminazioni di genere e etnia.
Mille giovani aggrediscono le donne in preghiera che rivendicavano l’uguaglianza religiosa. La società israeliana fondata su discriminazioni di genere e etnia.
L’esercito consegna ai coloni una vecchia base militare alle porte della città, ormai chiusa in un anello di insediamenti. Altro che congelamento dell’espansione.
Il ministro israeliano Livni vola a Washington per discutere con Kerry dell’Arab Peace Initiative. Ma Ramallah rigetta l’idea: lo Stato di Palestina entro i confini del 1967.
A due anni dallo scoppio delle violenze: intervento armato indiretto di Occidente e Lega Araba e timori di contagio dei Paesi vicini. E Tel Aviv avverte: Assad userà armi chimiche.
La Banca Mondiale lancia l’allarme sulla situazione dell’economia interna. La soluzione? Agire a valle e non a monte, senza porre fine alle politiche israeliane.
Celebrato l’anniversario di una “non rivoluzione” guidata da fuori e che ha cancellato il welfare libico. Oggi tribù e milizie armate preoccupano un governo ancora debole.
Rigettata la petizione del quartiere palestinese di Beit Safafa, Gerusalemme Est: la costruzione della superstrada che collegherà la Città Santa alle colonie continua.
Tel Aviv annuncia 346 nuove unità abitative nel blocco di Gush Etzion, a pochi giorni dall’annuncio della visita del presidente USA. Netanyahu sfida Washington.
Duro rapporto del Consiglio Onu per i Diritti Umani: Israele deve fermare l’espansione coloniale, “annessione strisciante della Cisgiordania”. Tel Aviv esce dall’UNCHR.
Il presidente siriano propone il suo piano di pace. Escluse le opposizioni “fantoccio dei governi stranieri”. La comunità internazionale isola Damasco.
Approvato in via definitiva il progetto di costruzione della strada per i coloni. Un serpente che taglierà in due il quartiere palestinese di Beit Safafa.
Mentre a Gaza la tensione non si stempera e la Striscia fa i conti dei danni, Fatah e Hamas proseguono nell’accidentato percorso verso l’unità nazionale.